Più forte di Pierfrancesco Majorino, di Letizia Moratti e persino del Covid. Attilio Fontana è stato rieletto presidente della Regione Lombardia, ottenendo nei Comuni investiti dal coronavirus a inizio pandemia persino più consensi – almeno in termini percentuali – rispetto a cinque anni fa. E questo nonostante le forti critiche per la gestione dell’emergenza sanitaria, in particolare per il mancato allargamento della zona rossa dal Lodigiano alla Bergamasca prima del lockdown nazionale.

Lo scaricabarile con il governo sulle zone rosse
A fine maggio 2020, al termine del lockdown, Fontana fu convocato dalla procura di Bergamo come persona informata sui fatti per le indagini con l’ipotesi di epidemia colposa sulla gestione dei primi casi di Covid all’ospedale di Alzano Lombardo, sui morti delle Rsa e sulla mancata istituzione della zona rossa nei comuni di Alzano Lombardo e Nembro. Il governatore della Lombardia – che tra l’altro a fine febbraio in diretta Facebook si era maldestramente messo la mascherina sugli occhi – dichiarò a sua difesa di aver proposto per alcuni Comuni misure restrittive, la cui attuazione sarebbe però spettata al governo.
Audio e mail sulle misure non adottate
Il caso della mancata zona rossa nella Bergamasca, dopo la quarantena invece sì imposta a 10 comuni del Basso Lodigiano, si arricchì di un nuovo capitolo a luglio, quando il Corriere della Sera pubblicò l’audio di un incontro, avvenuto a inizio marzo, tra il ministro della Salute Roberto Speranza e i vertici della Regione Lombardia. In quell’occasione Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera, incerti sull’efficacia delle misure restrittive già applicate, non insistettero sull’istituzione della zona rossa, rimettendo la decisione nelle mani di Speranza. A inizio dicembre 2022, Domani ha diffuso il contenuto di un’email inviata il 28 febbraio 2020 da Fontana alla Protezione civile e alla presidenza del consiglio – parte degli atti dell’inchiesta di Bergamo – in cui il governatore della Lombardia chiedeva il mantenimento delle misure blande della settimana precedente, nonostante la situazione già oltre la soglia critica.

L’aumento dei consensi nei Comuni flagellati dal Covid
Insomma, nonostante abbia sempre sostenuto di aver avuto le mani legate (altri governatori sarebbero poi intervenuti autonomamente), in realtà Fontana tre anni fa si era mosso in prima persona, rivolgendosi al governo per non far chiudere la bassa Val Seriana e mantenere le limitazioni soft già in essere. La discutibile gestione dell’emergenza sanitaria, tornata al centro della campagna elettorale, non è però costata a Fontana la poltrona. Tutt’altro: il governatore leghista ha aumentato i consensi anche nelle zone più colpite dal Covid.
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Prima della Bergamasca, un salto nel Lodigiano. A Codogno, dove si manifestò il primo caso di coronavirus a livello nazionale, la coalizione di Fontana ha ottenuto il 56,3 per cento delle preferenze: +4,4 rispetto al 2018. A Nembro ha fatto ancora meglio: 58 per cento dei consensi e un +3,7 per cento rispetto a cinque anni fa. Ad Alzano Lombardo, dove l’ospedale si trasformò velocemente in una catena di contagi col pronto soccorso chiuso e poi riaperto, Fontana ha registrato il 52,4 per cento dei consensi, facendo registrare un +1,9 per cento. Exploit anche a San Fiorano e Castiglione d’Adda, provincia di Lodi: +9,4 e +8,8 per cento. A Selvino, provincia di Bergamo, ecco un +4,5 per cento.
La vittoria schiacciante nelle Regionali dell’astensionismo
In una tornata elettorale caratterizzata dal crollo dell’affluenza (in Lombardia ha votato il 41,67 per cento degli aventi diritto), Fontana ha vinto con il 54,67 per cento delle preferenze, surclassando Pierfrancesco Majorino, sostenuto da centrosinistra e Movimento 5 Stelle (33,93 per cento), e lasciando le briciole a Letizia Moratti, candidata del Terzo polo (9,87 per cento). Dopo le politiche, anche alle regionali lombarde Fratelli d’Italia si è confermato primo partito superando il 25 per cento dei voti, dieci punti sopra una Lega in recupero.

Fontana: «Fu fatto quello che era umanamente possibile»
«In quel periodo c’è stata una narrazione lontana dai fatti. Siamo riusciti a chiarire, la storia è venuta a galla e i cittadini hanno capito che noi anche in quella drammatica situazione abbiamo fatto quello che era umanamente possibile e hanno apprezzato la ripartenza con la campagna vaccinale e la ripresa economica», ha detto il governatore rieletto a Mattino Cinque. «Forse è stato penalizzato anche il tentativo degli avversari che hanno cercato sempre di essere polemici».