A oltre tre mesi dall’inizio dell’invasione russa, i Paesi occidentali continuano la corsa agli armamenti in favore dell’Ucraina. Tra razzi e mezzi pesanti inviati a Kyiv, c’è anche il caso di una raccolta fondi per acquistare un drone Bayraktar. È accaduto in Lituania, dove è stato lanciato un crowdfunding a cui hanno aderito 3 milioni di abitanti. Con i fondi, circa 5 milioni di euro raccolti in appena tre giorni, si acquisterà la temibile arma di fabbricazione turca. Una storia fuori dal comune, con centinaia di migliaia di semplici cittadini a contribuire, anche con piccole donazioni da 50 o 100 euro, uniti per raggiungere l’obiettivo.
Il decollo di un Bayraktar TB2 (Getty)
Il crowdfunding lanciato da Andrius Tapinas
Tutto è nato mercoledì scorso, quando l’iniziativa è stata lanciata dall’anchorman della tv Laisves, Andrius Tapinas. Dal giornalista e dal canale televisivo, poi, la notizia è arrivata sui social, e appoggiata anche dal governo lituano. Cittadino dopo cittadino, in meno di 24 ore è stata raggiunta la cifra di un milione e mezzo di euro. A comunicarlo con orgoglio è stato il presentatore, su Twitter: «Mai persone di un Paese hanno deciso di acquistare una pesante macchina da guerra per un altro paese. Fino ad ora. I lituani stanno acquistando un Bayraktar per l’Ucraina e servono 5 milioni di euro: è una cifra da capogiro, ma in meno di 24 ore abbiamo già raccolto 1,5 milioni di euro». E su Facebook si è definito «follemente orgoglioso».
Never did people of one country decide to buy a heavy war machine for another country
Until now
Lithuanians are buying Bayraktar for Ukraine
We need 5 million euro. It is a staggering sum, but in less than 24 hours we have already raised 1.5 million euro. pic.twitter.com/dgbcJFy5F6— Andrius Tapinas (@AndriusTapinas) May 26, 2022
Come saranno spesi i soldi
Il conduttore televisivo ha anche spiegato i passaggi successivi al crowdfunding. La cifra di 5 milioni di euro è stata raccolta in appena 3 giorni. «Laisves tv ha portato avanti l’intero progetto a proprie spese, ed alla sua gestione non sarà destinato un solo euro», specifica Tapinas, «tutti i 5 milioni saranno trasferiti al Ministero della Difesa lituano il cui vice ministro, andrà la prossima settimana in Turchia per un protocollo d’intenti». Il drone Bayraktar è un’arma temibile, già usata dai soldati di Kyiv nelle scorse settimane.
Il Bayraktar TB2: preciso e poco costoso
Il drone turco Bayraktar TB2 è una delle armi principale della resistenza ucraina. Ha un’apertura alare di 12 metri ed è lungo 6 metri e mezzo. Si tratta di tecnologia avanzata, in grado di far partire missili ad alta precisione con traiettoria modificabile durante il volo stesso. Il livello di affidabilità è tale da permettere di colpire anche piccoli oggetti o obiettivi specifici in mezzo ad altri. Il TB2 è facile da manovrare e da trasportare, ma la dote principale è il prezzo. Rispetto ai Predator o ai Reaper, per citare i droni di origine americana, più veloci e precisi, costa molto meno. Non è chiaro se 5 milioni di euro basteranno per l’acquisto di un singolo Bayraktar TB2, visto che il New Yorker, poche settimana fa, ha rivelato che nel 2019 l’Ucraina ne ha comprati sei per un totale di 69 milioni.

Non solo droni: in Ucraina i jet arrivano smontati
L’Ucraina, però, non prepara la propria controffensiva soltanto sulla base di uno o una manciata di droni turchi. Dai Paesi dell’Occidente continuano ad arrivare armi di vario tipo, tra cui anche jet. La Russia ormai da tempo minaccia chi sta aiutando Kyiv a suon di aerei e missili, e sembra che gli alleati abbiano trovato il modo per aggirare la cosa. Secondo Foreign Policy, da Occidente sarebbero arrivati un gran numero di mezzi militari smontati, catalogati come «pezzi di ricambio».
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