Franco Locatelli, coordinatore del comitato tecnico-scientifico dell’emergenza Covid dal marzo 2021 e direttore sanitario del Bambin Gesù di Roma, resta indagato per omicidio colposo in relazione alla vicenda di Lisa Federico, la ragazza di 17 anni morta in seguito ad un trapianto di midollo osseo presso la struttura. La gip Francesca Ciranna ha infatti respinto una richiesta di archiviazione avanzata nei confronti del medico e disposto ulteriori accertamenti.
Franco Locatelli resta indagato nel caso di Lisa Federico
Il pm Pietro Pollidori, titolare dell’indagine, dovrà in primis «accertare l’effettiva organizzazione dell’unità operativa nella gestione dei trapianti», vale a dire l’organigramma e le modalità di affidamento ad uno specialista piuttosto che ad un altro. La giudice ha inoltre chiesto di sapere «come vengono gestiti i rapporti con i familiari dei piccoli/giovani pazienti» al fine di capire se le madri e i padri dei pazienti vengano sufficientemente informati.

Un fatto che, come si legge nell’ordinanza di Ciranna, nel caso di Lisa Federico sembrerebbe mancare sin dalla scelta del donatore. Se, infatti, da una parte i genitori avevano proposto il fratello della giovane, compatibile, dall’altra i medici scelsero una donatrice «che presentava caratteri di maggiore incompatibilità». Una decisione dai contorni poco chiari, secondo la famiglia, a seguito della quale Lisa mostrò delle complicanze che la costrinsero ad una degenza di 53 giorni consecutivi durante i quali venne esposta a virus per un tempo superiore al necessario – infezioni che, sempre secondo i genitori, sarebbero state trattate con ritardo.
«Difficile ipotizzare che fosse all’oscuro delle decisioni»
Ecco perché la Gip ha deciso di respingere l’archiviazione di Locatelli, il quale non poteva essere all’oscuro delle scelte terapeutiche intraprese dal personale: «È veramente difficile ipotizzare che quest’ultimo sia stato all’oscuro delle decisioni adottate, che non sia stato mai consultato, che le decisioni intraprese non siano mai state condivise da lui». Lo stesso organigramma ospedaliero recita che «la figura del direttore sanitario è una figura dirigenziale che ricopre un ruolo di garanzia, di guida e di supervisione». Agli atti ci sono anche gli screenshot tra papà e mamma che testimoniano come Locatelli fosse presente in corsia.

Il suo avvocato Gaetano Scalise si è così espresso in seguito al rifiuto di archiviare la posizione del suo assistito: «Una decisione che desta molta meraviglia perché il pm aveva richiesto l’archiviazione dopo aver svolto indagini approfondite. Non conosciamo ancora le motivazioni del Gip, che credo abbia posto attenzione più alla vicenda umana che a quella giuridica. In ogni caso non è ravvisabile alcuna responsabilità nel comportamento di tutti i sanitari che si sono occupati delle cure».