L’ingerenza di Medvedev sulle elezioni: «Punite i governi per la loro stupidità»

Debora Faravelli
18/08/2022

Condanna da parte del ministro degli Esteri Di Maio, che ha invitato tutte le forze politiche a prendere le distanze dalle parole dell'ex presidente russo. 

L’ingerenza di Medvedev sulle elezioni: «Punite i governi per la loro stupidità»

Scoppia il caso Medvedev, dopo che quest’ultimo è entrato a piè pari nella campagna elettorale italiana in vista delle elezioni del 25 settembre invitando i cittadini ad esprimere, tramite il voto, il malcontento per le azioni governative. Parole che hanno fatto insorgere la coalizione di centrosinistra la quale ha chiesto a tutte le forze politiche di prendere le distanze dall’esternazione.

Medvedev sulle elezioni italiane

«Alle urne vorremmo vedere i cittadini europei non solo esprimere il malcontento per le azioni dei loro governi, ma anche chiamarli a rendere conto, punendoli per la loro evidente stupidità». Questo ciò che ha scritto il vicepresidente del consiglio di sicurezza nazionale russo su Telegram, evidenziando che i voti degli elettori sono una potente leva di influenza. Fin troppo esplicito il riferimento all’Italia, considerata l’imminente tornata elettorale che sarà chiamata ad eleggere il nuovo Parlamento e, di conseguenza, a decretare le forze del nuovo esecutivo.

Le parole di Borghi e Di Maio

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha definito preoccupante l’ingerenza della Russia nelle elezioni del nostro paese e ha esortato tutti i partiti a prendere le distanze in maniera netta, senza alcuna timidezza, dalla propaganda moscovita. «Noi stiamo lavorando per diversificare le fonti di approvvigionamento del gas, perché non si può dipendere da chi, con i soldi degli italiani, finanzia la guerra sanguinosa in Ucraina. Per questo serve anche un tetto massimo in UE al prezzo del gas», ha aggiunto in riferimento al tentativo di rendere il nostro paese sempre meno dipendente dall’import da Mosca.

Dichiarazioni analoghe quelle del membro della Segreteria del Partito Democratico Enrico Borghi, che non ha mancato di attaccare gli avversari di centrodestra: «Medvedev, il falco del regime russo tifoso dei massacri in Ucraina, entra nella campagna elettorale italiana invitando gli elettori a punire nelle urne il governo. Grave fatto di ingerenza, tutti ne prendano le distanze, iniziando da una destra sempre più ambigua sul tema».

Il precedente contro Draghi

Non è la prima volta che l’ex presidente russo entra a gamba tesa in questioni europee criticando i governi occidentali. Quando Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz si erano recati a Kiev per dare il loro sostegno a Volodymyr Zelensky e manifestare la loro vicinanza all’Ucraina, l’uomo aveva definito i tre leader «grandi mangiatori di rane, salsicce e spaghetti» citando gli stereotipi sui rispettivi paesi di appartenenza.