I Carabinieri di Milano hanno denunciato venti persone per le offese postate sul web contro Liliana Segre. L’accusa, per tutti, è di diffamazione a mezzo telematico con l’aggravante delle motivazioni religiose, etniche o razziali. Tra loro, secondo quanto si è appreso, figura anche Chef Rubio.
Gli indagati per le offese a Liliana Segre
Era stata la stessa senatrice, lo scorso 6 dicembre, a denunciare ai militari circa venticinque profili che avevano pubblicato messaggi d’odio e dai contorni antisemiti nei suoi confronti. La sezione Indagini telematiche del nucleo investigativo dell’Arma di via della Moscova, coordinata dal pm Nicola Rossato e dal capitano Gianluca Bellotti, è riuscita a risalire alle identità dei titolari degli account e a denunciarli. Si tratta di persone con età, mestieri e provenienze diverse, nessuna delle quali fa parte di gruppi organizzati – solo un quarantasettenne di Pietrasanta (Lucca) aveva un precedente risalente al 2014 per aver partecipato ad una manifestazione in sostegno al disciolto partito fascista.

Chi sono gli haters
Tra i 17 uomini e le 3 donne destinatari di denuncia vi sono due medici, un’infermiera, un mediatore creditizio, assicuratori, agenti di commercio e anche un cuoco, lo chef e personaggio televisivo Gabriele Rubini noto come Chef Rubio. «Volevo informare la mafia sionista che mi perseguita ormai da quasi dieci anni che qui a Frascati ancora non è arrivato nulla, quindi mi fa piacere sapere che tutti i sionisti grazie alla loro rete capillare siano arrivati a saperlo ancora prima del sottoscritto», aveva scritto quest’ultimo l’8 dicembre dopo la pubblicazione della denuncia della senatrice a vita nei suoi confronti.

Secondo quanto reso noto dalle autorità, il più giovane tra i presunti haters ha 21 anni mentre il più anziano 74. Quattro vivono in Calabria, tre rispettivamente in Veneto, Piemonte e Lazio e solo uno, un artigiano, in Lombardia. Alcuni di loro sono simpatizzati no vax, filorussi e antisemiti.