Stasera la Croazia affronta l’Argentina per l’accesso alla seconda finale consecutiva di un Mondiale: nel 2018 perse contro la Francia. Tabellone alla mano, una rivincita è possibile, visto che i Galletti affrontano il Marocco nell’altra semifinale. Prima però c’è da battere l’Albiceleste: la speranza è che, in caso di vittoria, i croati non festeggino come contro il Brasile. Ovvero, intonando una canzone ultranazionalista, che rievoca la pulizia etnica avvenuta durante le guerre jugoslave.
For Bosniaks, Herceg-Bosna (the term used in song) symbolizes: concentration camps, rapes, torture, slave labour, persecution, killings…
This is so sad @HNS_CFF pic.twitter.com/esElnElONN
— BiHFootball (@BiHFootball) December 12, 2022
Lijepa li si, il riferimento alla Repubblica Croata dell’Erzeg-Bosnia
In un video che sta facendo il giro dei social, infatti, si possono vedere i giocatori croati festeggiare la vittoria nei quarti di finale intonando Lijepa li si. Si tratta di una canzone nazionalista lanciata nel 1998 dal gruppo croato Thompson: il leader della band, Marko Petkovic ha combattuto nelle guerre che hanno dilaniato l’ex Jugoslavia negli Anni Novanta ed è noto per le sue posizioni di estrema destra, dichiaratamente neonaziste. La canzone i Lijepa li si inneggia alle bellezze dei territori croati: tra questi viene citata anche l’Erzeg-Bosnia, che però non si trova in Croazia. È stata infatti un’entità autonoma dei croati di Bosnia ed Erzegovina, non riconosciuta internazionalmente, ma esistita de facto tra la fine del 1991 e l’inizio del 1994, quando si disciolse in seguito agli accordi di Washington.

I crimini contro l’umanità e la condanna da parte dell’Aia
I leader della Repubblica Croata dell’Erzeg-Bosnia si resero responsabili di efferate operazioni di pulizia etnica nei confronti dei non croati presenti in questo territorio, come accertato dal Tribunale penale internazionale sotto l’egida Onu, che li condannò per crimini contro l’umanità in primo grado nel 2013 e in appello nel 2017. Nel 2019, il Tribunale dell’Aia ha definito tale entità come un progetto criminale della Repubblica di Croazia, avente per scopo la secessione illegale dalla Bosnia ed Erzegovina.
