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Quo Vaduz?

Dal 2017 il Liechtenstein ha visto crescere a dismisura il numero dei casinò. Sono cinque in tutto lo Stato: in proporzione agli abitanti, più di quelli della contea di Clark, dove sorge Las Vegas. Cause e contraddizioni di questo improvviso boom.

10 Agosto 2021 09:13 Nicolò Delvecchio
Nel principato, grande la metà di Brindisi, ci sono ben cinque casinò. In proporzione sono di più di quelli di Monaco.

Il Liechtenstein, un minuscolo principato da 40 mila abitanti incastonato tra Svizzera e Austria, è uno degli Stati più piccoli al mondo, ma da qualche anno ha anche una particolarità in più. Con cinque casinò aperti dal 2017 a oggi, infatti, il Paese ha una percentuale di sale da gioco per abitanti più alta di quella del Monaco, Macao e della Contea di Clark, negli Stati Uniti, dove si trova Las Vegas. E dire che, fino al 2010, il gioco d’azzardo era illegale, e il Paese era conosciuto per lo status – che adesso non ha più – di paradiso fiscale. Ora la nomea tradizionale ha lasciato spazio a quella di paradiso delle slot machine, come si legge in un reportage del New York Times fatto dalla capitale Vaduz.

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Rispetto ai casinò più sfarzosi, come quelli di Las Vegas, nel Liechtenstein non esistono resort illuminati 24 ore al giorno nel quale alloggiare tra una giocata e l’altra, ma il tutto è molto più austero: ci sono tavoli da gioco, tantissime slot machine e l’ambiente è invaso dal fumo, visto che è possibile accendersi sigari o sigarette all’interno. Quello dei casinò, però, è un tema ancora molto controverso nel Paese: in molti non li vogliono, e l’ex politico Hansjorg Frick ha addirittura fondato un movimento (IG VolksMeinung) per contrastare la nascita di nuove sale e chiedere la chiusura di quelle esistenti: «Il Liechtenstein non ha bisogno dei casinò e dei soldi che produce», ha detto. Per il ricercatore Christian Frommelt, direttore del Liechtenstein Institut, la questione rimarrà controversa e di difficile soluzione, perché le sale da gioco contrappongono i «valori conservatori» del Paese, di tradizione cattolica, a quelli economici liberali che hanno reso il principato un centro finanziario particolarmente importante.

I casinò nel Liechtenstein, un affare per stranieri

Nel 2017 è cominciato il «boom», sette anni dopo la legalizzazione del gioco d’azzardo, con l’apertura di due sale. Poco dopo ne sono arrivate altre tre, e alle cinque già esistenti se ne aggiungeranno due entro la fine dell’anno. Tutti sono gestiti da stranieri, quattro dei quali da compagnie austriache. Una di queste, Novomatic, ha in passato è stata coinvolta in uno scandalo di corruzione che ha colpito diversi esponenti del governo guidato da Sebastian Kurz. L’esplosione ha colto di sorpresa anche le autorità locali, che non si aspettavano più di due casinò in tutto il Paese.

Ma come mai proprio in Liechtenstein? Una delle ragioni di questo successo è la mancanza di limitazioni: in Austria e Svizzera, dove pure sono legali, il numero di concessioni è limitato. Poi ci sono i motivi fiscali: le aliquote sul gioco d’azzardo, a Vaduz e dintorni, vanno dal 17,5 al 40 per cento, a seconda dei guadagni della singola sala. In Austria sono del 30, in Svizzera oscillano tra il 40 e l’80 per cento. E proprio austriaci e svizzeri sono i principali clienti dei casinò del principato: nemmeno un terzo degli oltre 400 mila visitatori del 2020 era composto da cittadini del Liechtenstein. Secondo Thomas Pirron, il direttore del Casino Schaanwald, in molti sono anche attratti dalla privacy consentita da una struttura oltrefrontiera: «Le persone si allontanano un po’ da casa perché non vogliono che i vicini vedano le loro auto davanti al casinò», ha detto. «Nella mente delle persone, giocare è ancora qualcosa di squallido».

I casinò e la reputazione del Liechtenstein

Nel frattempo, però, le autorità vogliono evitare che il Paese diventi «una nuova Las Vegas», come detto dalla vice-premier Sabine Monauni, e i primi limiti entreranno in vigore nel 2022. Entro quell’anno, però, il Liechtenstein avrà già sette sale da gioco su una superficie di appena 160 chilometri quadrati, meno della metà del comune di Brindisi. In molti, tra gli oppositori alla proliferazione dei casinò, temono che a risentirne possa essere soprattutto la reputazione del Paese, liberatosi faticosamente della classificazione di paradiso fiscale che ne ha comportato più di uno scandalo. Si teme infatti che i casinò possano costituire un escamotage per il riciclaggio di denaro sporco, nonostante – secondo le autorità – i controlli imposti siano molto stringenti.

Tra le altre critiche, quella di accogliere in Liechtenstein i giocatori banditi dai casinò degli stati vicini. In Svizzera (e anche nel principato), non possono entrare nelle sale le persone che si ritiene soffrano di ludopatia o quelle che hanno scommesso somme che non potevano permettersi. Il problema? Gli Stati non si scambiano queste informazioni, così in Liechtenstein possono recarsi cittadini svizzeri che, non potendo entrare nei casinò dei 26 cantoni, possono continuare a giocare a pochi minuti da casa. Un problema etico che al momento non ha soluzione.

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