La traduttrice del libro di Harry ha parlato nel corso di un’intervista al Corriere di Bologna e ha fatto diverse dichiarazioni riguarda alla traduzione dell’opera in italiano. Sara Crimi ha infatti affermato che doveva usare un codice per poter parlare del libro e non poteva parlarne liberamente.

Le rivelazioni della traduttrice del libro di Harry
Sara Crimi, modenese residente a Carpi e laureata in Lingue straniere a Bologna ha avuto il compito di tradurre in italiano il libro «Spare» scritto dal Principe Harry. La traduttrice ha dichiarato che non poteva rivelare niente neanche alla sua famiglia: «Gli accordi di non divulgazione erano stringenti. Usavamo varie password di protezione dei file. Quando con le mie colleghe discutevamo di qualche passaggio, parlavamo in codice, evitando di pronunciare nomi, usando espressioni generiche, per esempio: nella scena con il padre… con lo zio… con il fratello…».
Inoltre, ha detto di non essersi lasciata sfuggire niente con amici e parenti: «La consegna di segretezza era assoluta. E non bisogna mai mettere l’altro, il familiare, la persona intima, nella condizione di dover decidere se tacere qualcosa che ha saputo».

Il gruppo di lavoro per la traduzione del libro
Sara Crimi, traduttrice del libro autobiografico del principe Harry, ha spiegato anche come si è svolto il lavoro di traduzione. La donna ha dichiarato: «La traduzione l’abbiamo realizzata in quattro, lavorando alla pari. Le mie colleghe, Manuela Faimali, Valeria Gorla, Laura Tasso, hanno avuto parti del libro su cui lavorare (è un volumone di 540 pagine). Io ho riletto e revisionato il testo intero moltissime volte».
Inoltre, la Crimi ha spiegato che non avevano un referente nella casa editrice americana ma «alla Mondadori era stato allestito un vero e proprio gruppo di lavoro. E, alla fine, la nostra versione è stata ricontrollata dai revisori della casa editrice. Quando abbiamo consegnato il plico, con le colleghe abbiamo brindato».