Libri di viaggiare

Da Bruce Chatwin a Patrick Leigh Fermor, passando per Graham Greene e Lawrence Osborne. Evadere, nonostante il Covid, non è mai stato così semplice.

Libri di viaggiare

In tempi come quelli che stiamo vivendo, con Omicron che preoccupa gli scienziati e le autorità sanitarie di tutto il mondo e, contestualmente, migliaia di voli cancellati in ogni angolo del globo tra la vigilia e il giorno di Natale, risuonano consolatorie le parole di Francis de Croisset: «La lettura è il viaggio di chi non può prendere un treno». Cosa fare di meglio quindi se non perdersi nelle pagine di autori e avventurieri che hanno fatto della cosiddetta letteratura di viaggio il proprio fiore all’occhiello? Pescare a caso dal ricco e interessante catalogo della casa editrice milanese Humboldt Books potrebbe essere già un inizio. Fondata il 14 febbraio 2012 dalla fotografa Giovanna Silva il concetto alla base della Humboldt Books è un’idea di viaggio che abita nelle intersezioni tra geografia, letteratura e arte collaborando con artisti, scrittori, fotografi, designer e architetti. Da segnalare in particolare la collana Travel Books, in collaborazione con Quodlibet, che raccoglie le esperienze di viaggi compiuti da scrittori insieme a fotografi  in territori antichi o dimenticati, culture esotiche e paesaggi naturali, che spaziano dai diari dei deserti americani, passano per i dispacci dai Caraibi e arrivano fino alle desolate lande islandesi o raccontano sopralluoghi in Grecia e avventure etiopi.

letteratura di viaggio: gli autori da riscoprire
Bruce Chatwin (Getty Images).

Bruce Chatwin un mito da leggere e rileggere

Se si parla di letteratura di viaggio il primo nome che salta alla mente di chiunque è ovviamente quello di Bruce Chatwin, il viaggiatore inquieto entrato nella leggenda. Per lui parlano le cifre. I suoi bestseller, tutti pubblicati da Adelphi, In Patagonia (1977), Sulla collina nera (1982), Le vie dei canti (1987), Utz (1988), Che ci faccio qui (1989), Anatomia dell’irrequietezza (1996), sono tradotti in 27 Paesi e solo in Inghilterra hanno superato da un pezzo il milione di copie vendute. Ma oltre al successo editoriale, Chatwin si è imposto soprattutto come una delle principali mode culturali degli Anni 90 e il suo astro, ancora oggi, non accenna a spegnersi. Chiedetevi il perché quasi ognuno di noi ha sempre un taccuino Moleskine in tasca.

i grandi della letteratura di viaggio
Patrick Leigh Fermor (Getty Images).

Patrick Leigh Fermor, un mix tra Indiana Jones e James Bond

Altro personaggio in materia, avvolto da una mitologia notevolissima, è stato senza alcun dubbio Patrick Leigh Fermor, tra l’altro amico di Chatwin e punto di riferimento per manipoli di avventurieri aristofreak che lo hanno sempre immaginato come una specie di incrocio fra Indiana Jones e James Bond. Che dire di più di un tipo che oltre ad aver scritto degli autentici capolavori nella propria vita è stato, tra le altre cose, colpito da un’autobomba dai comunisti in Grecia, accoltellato in Bulgaria e successivamente inseguito dalle truppe della Wehrmacht dopo aver rapito il comandante delle forze tedesche sull’isola di Creta. What else?, direbbe qualcuno.

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Graham Greene, spia e reporter

Un altro vero e proprio James Bond in carne e ossa è stato Graham Greene, autore di culto abituato a viaggiare in tutto il mondo, alla ricerca di luoghi problematici come Vietnam, Israele, Cile e Sudafrica, è considerato uno dei più grandi scrittori inglesi del XX secolo. Spia, reporter, viaggiatore, Nobel mancato, Greene, nonostante fosse stato un agente dell’MI6, (lo stesso servizio di spionaggio del Bond letterario e cinematografico) negli anni ha flirtato con Fidel Castro e i sandinisti del Nicaragua, e non ha mai rinnegato la sua amicizia con Kim Philby, la talpa sovietica nell’intelligence britannica. Per saperne di più è uscita poco prima dell’estate la sua imponente biografia intitolata Roulette russa, scritta da Richard Greene ed edita in Italia da Sellerio. Un volume mastodontico che si legge come il più avventuroso dei romanzi e che svelerà al lettore quanto Greene fosse abituato a pescare da fatti realmente accaduti nella propria vita per la composizione delle sue opere. In libreria, sempre edito da Sellerio è arrivato anche da poco Il terzo uomo, reso celebre dall’omonimo film interpretato da Orson Welles, e considerato all’unanimità il suo capolavoro.

I grandi della letteratura di viaggio
Graham Greene (Getty Images).

Lawrence Osborne, l’Oriente a portata di pagina

Chiude questa carrellata di consigli letterari colui che è considerato l’erede di Greene per antonomasia: Lawrence Osborne, che come ha commentato l’Observer nel 2016, potrebbe essere «il miglior scrittore di cui non hai mai sentito parlare». Uomo dai gusti raffinati e mondani, Osborne ha scritto libri ambientati in Cambogia, Macao e Thailandia, è stato corrispondente del New Yorker, di Playboy e di Vogue America, in Italia è pubblicato da Adelphi e, come ha scritto Enrico Franceschini su Repubblica, «ogni famiglia dovrebbe avere un parente così: uno zio inquieto, stravagante, ribelle, che ha girato il mondo e lo racconta al ritorno dalle sue avventure». L’ultimo suo volume che potete trovare in libreria è intitolato Nella polvere, una storia scritta magistralmente, che vi terrà prigionieri (letteralmente) fino all’ultima riga, lasciandovi sospesi in un misto di terrore, ansia e mistero.

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