Voto a perdere

Redazione
22/12/2021

Le elezioni libiche del 24 dicembre non si terranno. I tre candidati favoriti - Gheddafi jr, Khalifa Haftar e Abdul Hamid Dbeibah - sono stati colpiti da ricorsi legali. Mentre il Paese è ancora in mano a milizie armate e ci si aspetta una nuova escalation

Voto a perdere

Come si temeva sono state annullate le elezioni in Libia del 24 dicembre, data in cui ricorre il 70esimo anniversario dell’indipendenza del Paese. Lo ha confermato mercoledì una commissione parlamentare, dopo la diffusione di un documento in cui l’Alta commissione elettorale, organo che dovrebbe supervisionare il voto, ordinava lo scioglimento dei comitati elettorali su tutto il territorio nazionale.

I tre candidati favoriti: Abdul Hamid Dbeibah, Khalifa Haftar e Saif al-Islam Gheddafi

Negli ultimi mesi i candidati si erano moltiplicati sfiorando il centinaio. A causa della forte polarizzazione tra i tre favoriti, su cui pendevano ricorsi legali di illegittimità, c’era il timore che in caso di vittoria di uno di loro, le contestazioni sarebbero state violente. Il primo è Abdul Hamid Dbeibah, il primo ministro ad interim che quando venne nominato assicurò che non sarebbe sceso in campo per le Presidenziali. Così non è stato. Dbeibah è stato accusato di aver usato fondi pubblici per ottenere il sostegno degli elettori attraverso sovvenzioni ai giovani.

libia niente elezioni il 24 dicembre
Abdul Hamid Dbeibah (Getty Images).

 

Poi c’è Khalifa Haftar, l’uomo forte che controlla la Libia orientale e a capo delle milizie che dal 2019 al 2020 accerchiarono Tripoli allora controllata dal governo di al-Serraj riconosciuto a livello internazionale. L’ultimo favorito, forse il più controverso, è infine Saif al Islam Gheddafi, figlio dell’ex rais Muammar Gheddafi: nel 2015 era stato giudicato colpevole di crimini di guerra dalla Corte penale internazionale per la repressione della rivoluzione del 2011 e condannato a morte, poi però era arrivata l’amnistia.

sono state annullate le elezioni in Libia del 24 dicembre 2021: ecco perché
Khalifa Haftar controlla la Libia orientale (Getty Images).

Voto rinviato a causa dei ricorsi legali e della presenza massiccia di milizie nel Paese

Oltre ai ricorsi legali presentati contro i tre favoriti, ad aver bloccato il voto è stata soprattutto la presenza ancora massiccia di gruppi di milizie. Martedì carri armati avevano occupato alcune zone di Tripoli, sbarrando l’accesso al palazzo presidenziale. Una dimostrazione di forza che non è sfociata in violenza, ma che ha alzato il già elevato livello di tensione. La scorsa settimana gruppi armati avevano accerchiato gli edifici governativi e lunedì erano stati chiusi due importanti oleodotti, interrompendo la produzione di petrolio. La Libia è ancora oggi così frammentata che alcuni candidati non hanno potuto mettere piede in alcune parti del Paese per fare campagna elettorale.

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Saif al-Islam Gheddafi si è candidato alla presidenza (Getty Images).

Il sostegno dell’Occidente e dell’Onu per lo svolgimento delle elezioni

I leader occidentali e i funzionari delle Nazioni Unite avevano dato il loro sostegno alle elezioni viste come l’unica speranza di riunificare e pacificare il Paese. «Gli Stati Uniti continuano a sostenere la stragrande maggioranza dei libici che vogliono le elezioni e votano per il futuro del loro Paese», aveva affermato in una nota di due giorni fa l’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, Richard Norland. «Stiamo lavorando per essere partner in questo processo, consentendo ai libici di scegliere». Stephanie Williams, la funzionaria delle Nazioni Unite che ha mediato il processo di pace che ha portato all’accordo elettorale, è recentemente tornata come inviata Onu in Libia nella speranza di ottenere un rinvio di qualche settimana. «Non è mai troppo tardi per la mediazione internazionale», aveva detto nel podcast di One Decision all’inizio di dicembre. Qualche settimana di rinvio però è un’opzione che ormai non si considera più. Nella migliore delle ipotesi si parla di mesi. Tanto che ora la domanda non è tanto quando le elezioni potrebbero tenersi, ma chi controllerà la Libia fino al nuovo appuntamento. La situazione appare giorno dopo giorno più difficile. «Si aprirà sicuramente un conflitto», ha previsto parlando al Nyt Emadeddin Badi, analista libico presso il Consiglio Atlantico. «Un conflitto che potenzialmente potrebbe trasformarsi in una guerra più ampia».

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