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Libano, disputa sull’ora legale: il Paese si sveglia con due fusi orari

La battaglia delle lancette tra il primo ministro e il presidente del Libano ha gettato nel caos le attività del Paese.

27 Marzo 2023 14:17 Elena Mascia
Il governo libanese posticipa l'ora legale di un mese, senza preavviso. La reazione dei cittadini si divide tra settore pubblico e privato

Un risveglio confuso, a due velocità, quello riservato ai cittadini dei Libano che, nella giornata di ieri, si sono ritrovati con due fusi orari invece che uno solo. A causare lo scompiglio metabolico oltre che nazionale è stato il governo libanese che, con una decisione lampo, ha deciso di posticipare di un mese l’inizio dell’ora legale. Il risultato è stato il caos, tra scuole, attività professionali e negozi, che hanno dovuto adattarsi alla doppia velocità tra chi ha attuato di buon grado lo spostamento e chi ha opposto un netto rifiuto.

La disputa sull’ora legale in Libano

L’uomo che ha scatenato la battaglia delle lancette è il primo ministro ad interim Najib Mikati, andando contro il cambio previsto e attuato regolarmente da parte dei Paesi europei come ogni anno nell’ultima domenica di marzo. Una presa di posizione che resta senza una spiegazione apparente, se non fosse per un video, diffuso dai media locali, dove il primo ministro Mikati incontra il presidente del Parlamento Nabih Berri.

Quest’ultimo, nel filmato, chiede a Mikati di spostare l’adesione all’ora legale per permettere ai musulmani di interrompere il digiuno del Ramadan un’ora prima. Il primo ministro mette davanti al presidente del Parlamento le difficili conseguenze che ne deriverebbero, comprese quelle legate agli orari dei voli delle compagnie aeree, contestazione alla quale Berri avrebbe risposto: «Quali voli?».

La reazione dei cittadini

La risposta fattiva della compagnia aerea di Stato libanese, Middle East Airlines, è stata immediata, comunicando la conferma dell’anticipo di un’ora degli orari di partenza di tutti i voli previsti dall’aeroporto tra domenica e il 21 di aprile. Collaborativa anche la reazione delle due reti di telefonia cellulare del Paese che hanno provveduto a inviare degli sms ai cittadini, chiedendo loro di cambiare l’impostazione degli orologi in manuale anziché in automatico. Hanno continuato a dissentire dalla decisione diverse istituzioni private che hanno aderito regolarmente all’ora legale.

 

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