La letteratura africana in Italia sta coinvolgendo sempre di più i lettori. Dopo le prime traduzioni di autori classici, come il premio Nobel Wole Soynka, che risalgono agli Anni 80, in questo ultimo decennio, e forse più, le case editrici italiane hanno cominciato a proporre al pubblico una serie di traduzioni di autori africani di nuova generazione che hanno avuto un grandissimo successo di pubblico. Scrittori come Chimamanda Ngozi Adiche con Americanah tradotta da Andrea Sirto o Teju Cole con Città aperta tradotto da Gioia Guerzoni per Einaudi fino a Bernardine Evaristo con Ragazza, donna, altro, vincitrice nel 2019 del Man Booker Prize, e portata in Italia da Edizioni Sur con traduzione di Martina Testa, a dimostrazione che non solo le grandi case editrici si sono interessate a questa letteratura.
Le piccole case editrici puntano sulla letteratura africana
Stanno, infatti, facendo un ottimo lavoro anche le case editrici più piccole. La 66thand2nd con la sua sezione, Bazar, si dedica a scrittori di ogni parte del mondo ed è appena uscita con l’interessantissimo L’unica persona nella nella stanza di Nadeesha Uyangoda (nata in Sri Lanka). E/O ha ben 34 titoli a catalogo suddivisi tra letteratura sudafricana, nordafricana e africana. Brioschi ha una nuova sezione dedicata all’Africa curata da Gioia Guerzoni e Alessandra Di Maio. Tutte portano avanti un continuo e attento lavoro di ricerca per proporre al pubblico italiano una letteratura con un nuovo respiro.
His only wife, un gioiello della letteratura africana da tradurre in italiano
Per quanto mi riguarda, scopro, per caso, leggendo i giornali inglesi, un’autrice ghanese al suo debutto: Peace Adzo Medie con His only wife (Algonquin Books) che chissà se mai verrà tradotto in italiano, ma dovrebbe, perché è un libro davvero interessante.
Siamo alla vigilia del matrimonio per la giovane Aki, che vien convinta dalla madre a sposare un uomo che non conosce ma che ha tutte le carte in regola per garantire a lei e alla sua famiglia un futuro più che roseo. Il suo futuro marito, Elikem, è perfetto: ricco, brillante, bello e invidiato. Peccato Aki si sposi in abstentia, l’uomo è troppo impegnato, il lavoro è la scusa perfetta. Quando Aki si trasferirà ad Accra per iniziare la sua nuova vita da moglie, scoprirà di non essere l’unica donna nella vita del marito, e scoprirà anche che tutti sapevano. Della trama ho parlato anche troppo, perché la parte migliore di questo libro è la scrittura che racconta in modo semplice ma accurato una donna forte, che deve trovare, a fatica, uno spazio in un mondo dove non è facile farlo, e lo fa lottando contro una cultura che la vuole sottomessa e, soprattutto, zitta. L’autrice insegna Gender and international politics all’università di Bristol e, dopo aver pubblicato numerosi racconti, è al suo esordio con questo romanzo che ha ricevuto ottime recensioni, sia dalla stampa che dai lettori. Io lo tradurrei immediatamente perché, oltre a portarci in un mondo nuovo e ancora in qualche modo lontano, lo fa con una storia di riscatto mai banale, mai scontata e con la consapevolezza di una giovane donna che affronta la vita come si dovrebbe sempre, attenta solo a non allontanarsi dal suo modo di pensare, di essere e di concepire il mondo senza farsi soffocare dal volere degli altri e dalle loro aspettative. Coraggiosa, come si dovrebbe essere sempre.