È stata resa pubblica una lettera di Joseph Ratzinger, il Papa emerito morto lo scorso 31 dicembre a 95 anni. Ratzinger aveva inviato la sua lettera al biografo Seewald e il contenuto all’interno spiega le ragioni delle sue dimissioni.

La lettera di Papa Ratzinger
Nel 2013, precisamente l’11 febbraio, Papa Ratzinger attraverso la sua «Declaratio» annunciava al mondo di rinunciare al pontificato, non specificando dettagliatamente le motivazioni delle dimissioni. Ora, grazie a una lettera resa pubblica dal biografo Seewald, la verità è stata rivelata. Sembra proprio che Benedetto XVI diede le dimissioni a causa dell’insonnia. Lui stesso nella lettera scrive: «l’insonnia mi ha accompagnato ininterrottamente dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia» vale a dire dall’agosto 2005.
Per un certo periodo di tempo, il Papa si è affidato a farmaci e sonniferi per sopperire a questo problema. Tuttavia, nella lettera spiega che dopo qualche tempo questi rimedi non sortivano gli effetti sperati. Lui stesso scrive che i farmaci avevano «raggiunto i loro limiti». Per confermare ciò, nella lettera racconta di un episodio avvenuto durante il suo viaggio da Messico a Cuba nel 2012. In quell’occasione, Papa Ratzinger ebbe un incidente e notò la mattina dopo la prima notte che il suo fazzoletto era «completamente intriso di sangue». In seguito a questo evento, un medico gli consigliò di ridurre l’uso di sonniferi segno che ormai quelle restrizioni «potevano essere applicate solo per un breve periodo». Da lì a poco la decisione definitiva di dimettersi.

Le ragioni dietro la pubblicazione della lettera
Il biografo Seewald ha spiegato alla Kna le ragioni per le quali ha voluto pubblicare questa lettera intima e personali di Papa Ratzinger. Seewald ha affermato che anche dopo la morte di Benedetto XVI «non si sono spente le voci di ricatti e pressioni di qualche tipo esercitate su di lui».
Tuttavia, con questa lettera, Ratzinger spiega che le cose sono andate «esattamente come le ha espresse nella sua dichiarazione di dimissioni», non lasciando spazio a ipotesi e complotti.