Una storia che potrebbe essere la trama di un film: a Mottola, un paese in provincia di Taranto, è stata recapitata al sindaco una lettera scritta da un prigioniero di guerra italiano a sua moglie durante la seconda guerra mondiale. Un contenuto necessario, impellente, per rassicurarla del fatto di essere ancora vivo. L’autore della missiva, Pasquale Aloisio, originario del paesino pugliese, fu infatti catturato e detenuto in un campo di prigionia vicino a Berlino. Fu proprio da questo luogo che scrisse alla sua amata moglie delle parole che non giunsero mai a destinazione.
La lettera del prigioniero di guerra alla moglie
Il sindaco di Mottola, Giampiero Barulli, ha pubblicato su Facebook un post con allegata una foto della lettera mai recapitata, dove si legge: «Cara Maria, la mia salute è buona, perciò non devi essere in pensiero per me. Spero di poter avere presto tue notizie e che siano buone. Con l’occasione ti invio gli auguri per il Natale. Baci affettuosi».

Le parole del Sindaco
Il post del primo cittadino accompagna la foto della missiva con queste parole: «È il 1943. C’è la guerra e tutti i ragazzi sono al fronte a combattere. Tra di loro c’è Pasquale, soldato mottolese. È in un campo di prigionia nei pressi di Berlino e scrive una lettera a sua moglie Maria, rassicurandola sulle sue condizioni di salute. La lettera, però, non arriva a destinazione. A differenza di Pasquale, che torna incolume dalla guerra e vive serenamente con la moglie crescendo tre figli. Passano 80 anni e incredibilmente qualche giorno fa quella lettera arriva in Comune. Spedita da un signore di Firenze e subito consegnata alla figlia di Pasquale, che legge con grande commozione le dolci parole del padre. Altri tempi, altre vite. Ma un filo, quello del destino, che lega e riannoda tutto, persone, storie e ricordi».