Fratelli d’Italia ha inviato una lettera a tutte le dirigenze degli istituti esprimendo perplessità nei confronti della cosiddetta carriera alias, il protocollo che permetterebbe agli studenti transgender di sostituire il nome anagrafico ricevuto alla nascita.
La lettera di Fdi e il caso del liceo Marco Polo di Venezia
«Come partito abbiamo inviato una riflessione sull’inadeguatezza di sostituirsi al legislatore sulla questione delle carriere alias. Non abbiamo minacciato né chiesto di eliminare la pratica, bensì sottoposto all’attenzione dei vertici scolastici le nostre considerazioni. La nostra posizione al riguardo è nota, non siamo d’accordo sulla pratica alias: se qualcuno ci attacca sostenendo che non dovremmo intrometterci nelle scelte delle scuole, rispondiamo che la scuola non dovrebbe intromettersi in questioni politiche. Sono temi delicati e ideologici, è la politica che dovrebbe occuparsene». Queste le parole del segretario veneziano di Fdi Fabio Raschillà.
Preso di mira in particolare il liceo Marco Polo di Venezia, a cui è stato intimato alla dirigente scolastica Maria Rosaria Cesari di interrompere la pratica dei protocalli alias. Questa scuola infatti, ormai da anni sostiene una politica di inclusività. Nel testo della lettera viene menzionato il reato di «falsità ideologica» chiarendo che, se commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici, sarebbe perseguibile penalmente. La preside Cesari non ci sta: «È’ un’ingerenza inaccettabile». Lo scopo della carriera alias sarebbe quello di evitare alle persone che sono in un percorso di transizione il disagio di essere quotidianamente nominate con il nome che hanno ricevuto alla nascita.
La risposta dell’istituto
Il Marco Polo ha scritto una lunga lettera alla stampa in risposta a quella di Fdi. «La scuola ascolta, sempre e per prima cosa, le famiglie e i propri studenti e le proprie studentesse. Perché bisognerà pur ricordare, a chi fa finta di non saperlo, che per accedere alla carriera alias è necessario il consenso della famiglia, se si è minori. Il Marco Polo-Liceo Artistico e tutte le sue componenti sono una forza viva di Venezia, nel senso più largo del luogo. Una forza che, per la sua tradizione di profonda apertura, non perderà mai e sempre rivendicherà questa apertura e rifiuterà sempre qualsiasi condizionamento, così come noi docenti rivendichiamo le nostre scelte fatte in accordo con le altre componenti, in profonda consonanza con la storia della città e del contesto largo dove agiamo. Sempre noi rivendicheremo questa forza e questa tradizione. Noi non abbiamo paura del futuro», ha sottolineato il corpo docenti in un passaggio del testo.
Interviene anche il sindacato Cobas Scuola
Sulla vicenda è intervenuto anche il professor Stefano Micheletti, rappresentante del sindacato Cobas Scuola, che ha espresso «solidarietà agli studenti, al personale docente e non, alla dirigente e agli organici democratici di governo dell’istituto in questione». Ha inoltre lanciato un appello alle altre scuole della provincia di Venezia invitando a vigilare «sulle intromissioni antidemocratiche da qualsiasi parte provengano e a generalizzare il regolamento alias anche nelle loro comunità».