Sali e Tabacci

Redazione
28/07/2021

Il figlio del sottosegretario alla presidenza del Consiglio è stato assunto in Leonardo. Ma le deleghe alle politiche aerospaziali del padre pesano come un macigno. Per di più pare che Draghi non ne sapesse nulla.

Sali e Tabacci

Leonardo pochi giorni fa ha aperto le sue porte a Simone Tabacci, 49enne figlio di Bruno Tabacci, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e tra i consiglieri economici di Mario Draghi. Come racconta Domani, Tabacci jr è stato assunto nella divisione Chief strategic equity officier guidata da Giovanni Soccodato, l’unità che coordina le joint venture del gruppo di Piazza Montegrappa. E qui si allunga la solita ombra del conflitto di interessi.

Pesano le deleghe alle politiche aerospaziali di Tabacci

Già perché quattro mesi fa l’esponente di Centro democratico ha assunto le pesanti deleghe delle politiche aerospaziali (che nel Conte I erano in mano a Giancarlo Giorgetti e nel governo giallorosso erano passate al pentastellato Riccardo Fraccaro) un comparto fondamentale ça va sans dire per l’ex Finmeccanica. Come riporta il quotidiano diretto da Stefano Feltri, la società ha reso noto che la selezione di Tabacci jr si è conclusa «prima della caduta del Conte I», e sarebbe stata caldeggiata dall’ad Alessandro Profumo che da anni gode della stima di Bruno. Tra l’altro, sempre in Leonardo, erano sbarcati anche due dem di peso come Luciano Violante e Marco Minniti, quasi come la partecipata fosse «un buen retiro» per ex. Ma non è finita qui.

Draghi non sarebbe stato al corrente dell’assunzione

Come rivela Dagospia, mentre non è ancora chiaro chi abbia voluto il rampollo Tabacci in Leonardo – Profumo come sostiene Domani o il presidente Luciano Carta? – una cosa è certa: Draghi non sarebbe stato informato di nulla. E non l’avrebbe presa bene, anzi. Tabacci era balzato agli onori della cronaca anche per la consulenza milionaria a Invitalia di Domenico Arcuri, concessa appena 10 giorni dopo la sua nomina a sottosegretario (10 marzo), anche in questo caso a totale insaputa di Draghi.