Nuovo mega scazzo tra il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, e Luigi De Siervo, l’amministratore delegato della società. Mentre sono aperte partite importanti come quella sulla validità temporale dei diritti del calcio nostrano (3 o 5 anni) e la vendita dei diritti internazionali, i vertici della Lega se le danno di santa ragione, scambiandosi lettere infuocate.
De Siervo e quell’intervista stonata sulla Juventus
Il tutto sarebbe nato da una intervista rilasciata da De Siervo al quotidiano la Repubblica il 15 febbraio, in cui l’amministratore delegato difende la Juventus sulla vicenda dei costi fuori bilancio relativi agli stipendi dei giocatori. Immediato lo stupore di molte squadre di Serie A, che hanno indotto il presidente della Lega a prendere carta e penna e scrivere una lettera puntuta: caro De Siervo, non puoi rilasciare dichiarazioni senza prima esserti confrontato con me sui contenuti e soprattutto senza essere passato attraverso Simone Cantagallo, il consulente di comunicazione della Lega ed ex direttore comunicazione di Tim. Immediata la risposta di De Siervo che respinge le accuse, aiutato nella stesura dal suo legale di fiducia.

Tanta confusione tra ruoli, attività e responsabilità
E le discussioni tra i vertici della Lega e le squadre di Serie A avranno un seguito alla prossima assemblea di Lega, convocata per il 13 marzo a Milano. I primi tre punti all’ordine del giorno sembrano una resa dei conti. Al primo si discuterà della verifica dei poteri. Come a dire che, dopo meno di un anno dalla nomina di Casini come presidente, c’è tanta confusione tra ruoli e attività e soprattutto responsabilità tra chi detta la linea e chi la applica, cioè tra Casini e De Siervo.

Scossoni che potrebbero portare a nuovi profili o incarichi
Poi l’assemblea passerà a discutere dei punti 2 e 3 con il presidente prima e l’amministratore delegato poi che proveranno a convincere gli associati (ossia i 20 club di A) della bontà del loro rispettivo lavoro e l’incapacità o addirittura l’imparzialità dell’operato dell’altro. Una resa dei conti senza esclusioni di colpi, con scossoni immediati e totali che potrebbero portare a nuovi profili e incarichi, o al classico nulla di fatto che ormai è diventato quasi la tradizione di una Lega Serie A vecchia e logora che non vuole accettare il cambiamento. Sempre e solo in virtù del mero potere. Così il calcio italiano rimane nel caos.