In attesa dell’Assemblea della Lega Calcio di Serie A di lunedì 13 marzo, si aggiungono altri dettagli sulla ruvida contrapposizione tra il presidente Lorenzo Casini e l’amministratore delegato Luigi De Siervo. I fatti ora coinvolgono anche i consiglieri di amministrazione della società e fanno meglio capire quale sia il livello di governo della società proprietarie delle squadre di calcio della serie A.
Le lettere abrasive tra Casini e De Siervo e la pace imposta da Lotito
Anche se il presidente, in un’intervista sul Corriere della sera dell’11 marzo, ha cercato di gettare acqua sul fuoco, il dialogo in Lega rimane piuttosto acceso dopo le lettere che si sono scambiati Casini e De Siervo successivamente all’intervista del 15 febbraio rilasciata da quest’ultimo a La Repubblica, senza aver prima concordato il contenuto con il primo. Lettere piuttosto abrasive, con il secondo che chiede al suo avvocato, che in verità è quello pagato dalla Lega Calcio, di “sfondare” il presidente e lo accusa di non rispettare le deleghe e i poteri e di volerlo far fuori. Il 7 marzo c’era stato il Consiglio di Lega in cui Claudio Lotito, patron della Lazio, aveva cercato di fare da paciere tra i due, chiedendo a De Siervo di scusarsi con il presidente per le parole e accuse poco gentili a lui indirizzate. La vicenda tra i due era ben spiegata da una relazione dettagliate dell’Organismo di Vigilanza, presentata in cda.

Le lacune nel verbale del cda sulla relazione dell’Organismo di Vigilanza
Come per ogni consiglio di amministrazione anche per quello della Lega Calcio, era stato redatto il classico verbale, ovvero il documento che riassume in modo ufficiale la volontà e le decisioni degli amministratori per comprovare quanto si è svolto durante la riunione, attestando le operazioni di rilievo della società. Il documento viene poi firmato dal presidente e dal segretario della società e distribuito ai consiglieri. Ebbene, uno dei destinatari, ricevuto il documento firmato dai due, si è permesso di segnalare che nel verbale mancavano tre riflessioni molto importanti, relative al punto 7 dell’ordine del giorno, quello oggetto della relazione dell’Organismo di Vigilanza. Il verbale non conteneva nessun cenno della richiesta di spiegazioni rivolta a De Siervo da uno dei consiglieri (Paolo Scaroni, il presidente del Milan) che ha sottolineato la gravità delle affermazioni dell’amministratore delegato verso il presidente e del contenuto dell’intervista a La Repubblica in cui l’ad sosteneva posizioni favorevoli alla Juventus. Il verbale inoltre non conteneva le dichiarazioni del consigliere indipendente Gaetano Blandini in merito al conflitto di interessi di De Siervo il cui avvocato personale è pagato dalla Lega, lo stesso che avrebbe dovuto “sfondare” il presidente. Per ultimo non c’era traccia nel verbale delle dichiarazioni di Rebecca Corsi, figlia del patron dell’Empoli, che ha pensato bene di suggerire al Consiglio di non portare in Assemblea documenti e discussioni della querelle Casini-De Siervo, così da escludere le altre 19 società di calcio di serie A dall’avere contezza di quanto accaduto.

Malumori tra i proprietari di alcuni club
Anche dopo la segnalazione e la richiesta di un consigliere di riportare nel verbale del consiglio tutte le frasi corrispondenti a quanto detto durante la riunione, il verbale non è stato modificato e verrà presentato senza le dichiarazioni critiche. La decisione del presidente Casini, professore di diritto amministrativo e avvocato, e dell’amministratore delegato De Siervo, fa strabuzzare gli occhi ai proprietari di alcuni club di serie A, soprattutto di quelli che rappresentano fondi e proprietà internazionali. Il “posticipo” lo si vedrà lunedì 13 mattina a Milano con tutte le 20 società di A riunite in assemblea. Vediamo se qualcuno finirà in fuorigioco.