Lega Calcio, si complica la corsa alla presidenza

Giovanna Predoni
03/03/2022

Dopo i no di Bonomi e Bini Smaghi si ritira anche Masi dalla votazione di oggi. Si complica così la corsa alla presidenza della Lega Calcio. Il regolamento del Mibact blocca la candidatura del capo gabinetto di Franceschini al ministero.

Lega Calcio, si complica la corsa alla presidenza

Per una delicata questione di prevenzione alla corruzione e di trasparenza, la Lega Calcio con ogni probabilità non eleggerà il suo nuovo presidente nell’assemblea che si terrà la mattina del 3 marzo a Milano. La partita per dare un volto al parlamentino del calcio italiano è dunque ancora in alto mare, dopo che il presidente di Confindustria Carlo Bonomi si è chiamato fuori dalla corsa. Lo stesso ha fatto Lorenzo Bini Smaghi, il banchiere ex direttivo Bce e ora presidente della banca francese Société générale, che pure era stato indicato con favore da alcuni club e i fondi di private equity americani che volevano entrare nella media company che avrebbe gestito la partita dei diritti televisivi. E, da ultimo, anche Mauro Masi, pur non avendo problemi di incompatibilità in quanto presidente della Consap, dopo l’uscita dalla corsa di Bini Smaghi ha deciso di non presentarsi all’assemblea di giovedì 3 pur restando disponibile.

la corsa alla presidenza della lega calcio a un punto morto
Mauro Masi (Getty Images).

L’incompatibilità di Lorenzo Casini ora capo di gabinetto di Franceschini

Ma ci sono problemi anche per Lorenzo Casini, capo di gabinetto del ministro Dario Franceschini, il cui nome dopo le dimissioni di Paolo Dal Pino dalla presidenza era nel novero dei papabili per la successione. Per lui infatti esiste un esplicito divieto del Mibact che impedisce di ricoprire per tre anni incarichi in enti o società che hanno avuto benefici economici dal ministero. Nella fattispecie, il riferimento è al finanziamento di oltre 60 milioni ottenuto dalla Fiorentina per la ristrutturazione dello stadio Franchi di Firenze.  Casini, che da giurista conosce bene la problematica, ha pensato bene di giocare d’anticipo dichiarando che, in caso di elezione, si dimetterà da capo di gabinetto del ministero. Ma la norma dei tre anni e il suo ruolo chiave per l’istruttoria non ammette deroghe. La beffa per Casini è che questa incompatibilità è stata svelata proprio da uno dei suoi principali sostenitori, Joe Barone direttore generale della Fiorentina, che ha lodato proprio l’impegno di Casini per la ristrutturazione dello stadio della sua città.

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Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi si è sfilato dalla corsa alla presidenza della Lega Calcio (Getty Images).

Tra i supporter di Casini ci sono Nastasi (Mibact) e Blandini (commissario Siae)

Nella corsa al vertice della Lega Casini è sponsorizzato dalla coppia Lotito-de Laurentiis, residenti rispettivamente di Lazio e Napoli. Ma gli altri suoi principali sostenitori sono Salvo Nastasi, potente segretario generale del ministero dei Beni culturali. Ma soprattutto Gaetano Blandini, commissario Siae in scadenza e recentemente sotto inchiesta da parte della Procura della Figc per delle frasi ingiuriose nei confronti di alcuni dirigenti della Federcalcio. Blandini, da sempre vicino a de Laurentiis, soprattutto in relazione al suo precedente incarico ministeriale a favore del cinema (in passato è stato anche ad di Cinecittà Holding), da poche settimane è stato eletto consigliere indipendente della Lega su proposta dei presidenti di Lazio e Napoli. Non a caso presentando nell’ultima assemblea i curriculum dei vari candidati alla presidenza, Blandini ha sorvolato su Bini Smaghi, Masi e Bonomi mentre per 10 minuti ha magnificato le caratteristiche di Casini tralasciando i motivi di incompatibilità ambientale che esploderanno nell’assemblea di oggi.