L’11 giugno del 1955 alla 24 ore di Le Mans si verificò il più drammatico incidente della storia dell’automobilismo. Persero la vita 83 persone e 120 furono i feriti. Nella cittadina della Loira erano affluite migliaia di persone per vedere i piloti più famosi del mondo sfrecciare su autentici bolidi. Da quel giorno sono cambiate tante cose e oltre allo spettacolo si è iniziato a lavorare sull’incolumità di persone e pubblico.
Cosa accadde alla 24 ore di Le Mans del 1955
Hawthorn sorpassò Macklin, ma poco dopo decise di frenare per rientrare ai box. Una scelta azzardata e inopinata che costrinse Macklin a pigiare sul freno della sua Jaguar per evitare di scontrarsi con l’Austin. La pista sporca e la brusca frenata fecero cambiare direzione alla vettura di Macklin che andò a invadere la parte sinistra del tracciato. Da dietro arrivava a velocità folle il francese Pierre Levegh che non ebbe il tempo nemmeno di provare a sterzare per spostarsi di corsia. L’impatto fu inevitabile. La Mercedes del pilota transalpino centrò un pilone del tunnel pedonale situato vicino alle tribune, volò in aria e andò a schiantarsi sulla folla. La macchina prese fuoco, pezzi della monoposto colpirono come proiettili gli spettatori.
La gara non fu interrotta
Nonostante si fosse scatenato l’inferno la 24 ore di Le Mans non fu interrotta. Secondo gli organizzatori, il defluire disordinato del pubblico avrebbe ostacolato l’arrivo dei soccorsi. La Mercedes conquistò il titolo di Campione del mondo, poi, in seguito all’incidente, decise di abbandonare le corse, segno di rispetto per le vittime. L’assenza si è protratta fino al 1987. In quella sciagura perse la vita il suo pilota, Pierre Levegh, al volante di una Mercedes 300 SRL. Levegh era un pilota di secondo piano, ossessionato dalla vittoria a Le Mans. Perse una gara già vinta con la Talbot per la sua irrefrenabile voglia di vincere: guidò per 12 ore di seguito ma a causa della stanchezza sbagliò un cambio di marcia e ruppe il motore. Quando gli fu offerta la possibilità di salire a bordo di una Mercedes a cinquant’anni suonati, non seppe resistere alla tentazione.
L’impatto dell’incidente di Le Mans sulle gare automobilistiche
A seguito del disastro diverse gare già in programma in Europa e nel mondo furono cancellate. La Svizzera vietò per legge le gare automobilistiche sul suo territorio sino al 2015, quando la legge fu modificata permettendo le sole competizioni con veicoli elettrici. L’obiettivo era consentire l’organizzazione dell’e-prix di Zurigo nel 2018 e dell’e-prix di Berna nel 2019, ad oggi il divieto è ancora in vigore per le altre gare motoristiche su circuito ad eccezione della Formula E che gode di un permesso provvisorio.
Da Fangio a Schumacher, i piloti di Formula Uno hanno corso a Le Mans
Fangio, Alonso, Mansell, Piquet. Sono tanti i piloti di Formula Uno che hanno partecipato alla 24 ore di Le Mans. Tra loro c’è anche Michael Schumacher, che ha corso nel 1991. Jacques Villeneuve vi ha preso parte nel 2007. Tra i primi protagonisti si ricordano Alberto Ascari (1952), Graham Hill (1958), Jim Clark (1959) e Jackie Stewart (1965). Tra i più recenti protagonisti figurano Jenson Button e Fernando Alonso, presenti nel 2018.