L’Occidente nuovo Hitler. Mercoledì il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov è tornato per l’ennesima volta a paragonare l’atteggiamento occidentale nei confronti della Russia alla soluzione finale pianificata per sterminare gli ebrei «Come Napoleone ha mobilitato praticamente tutta l’Europa contro l’Impero russo, e Hitler ha conquistato la maggior parte dei Paesi europei aizzandoli contro l’Unione Sovietica», ha continuato Lavrov, «ora gli Stati Uniti hanno creato una coalizione» contro Mosca. I Paesi occidentali, ha insistito, «per procura, attraverso l’Ucraina, stanno conducendo una guerra contro il nostro Paese». E il loro obiettivo è lo stesso del nazismo: «La soluzione finale della ‘questione russa’. Proprio come Hitler voleva risolvere definitivamente la questione ebraica».
Israele condanna le dichiarazioni di Lavrov definendole «inaccettabili»
Immediata la reazione di Israele che ha definito le dichiarazioni di Lavrov «inaccettabili». «Qualsiasi paragone o collegamento dell’attualità con il piano di soluzione finale di Hitler per lo sterminio del popolo ebraico distorce la verità storica, profana la memoria di coloro che morirono e dei sopravvissuti e dovrebbe essere fortemente respinto», ha affermato il ministero degli Esteri di Tel Aviv.

I precedenti del ministro degli Esteri russo e le accuse di antisemitismo
Non è certo la prima volta che Lavrov paragona nazismo e Occidente. Lo stesso ragionamento era stato infatti proposto lo scorso giugno quando da Baku dove era in visita disse che i Paesi europei e gli Stati Uniti, ma anche gli alleati degli Stati occidentali, stavano formando una coalizione per muovere «guerra alla Russia», esattamente come fece Hitler «contro l’Unione sovietica». Il ministro 72enne si spinse però oltre il 1 maggio quando, intervistato a Zona Bianca su Rete4 non solo continuò a negare i crimini di guerra russi in Ucraina ma attaccò direttamente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky definendolo un «filo-nazista». «Che il presidente Volodymyr Zelensky sia ebreo non ha alcun significato», disse il ministro degli Esteri russo rispondendo a una domanda sulla ‘denazificazione’ del Paese che, secondo Mosca, avrebbe spinto Putin alla guerra. «La nazificazione esiste», ribadì Lavrov. «Zelensky è ebreo? Anche Hitler aveva origini ebraiche, i peggiori antisemiti sono proprio gli ebrei». Lavrov accusò quindi Kyiv di servirsi di unità filo naziste come il battaglione Azov. Soldati che «hanno tatuata la svastica e approvano il Mein Kampf». Il governo ucraino, aggiunse, è «uno strumento degli estremisti nazisti e degli Stati Uniti». Parole che scatenarono la condanna di Israele, che fino al quel momento non si era sbilanciato sul conflitto, e costrinsero Putin a scusarsi personalmente con l’allora primo ministro Naftali Bennet.