I sindacati chiedono che si apra il dibattito sulla settimana lavorativa di 4 giorni. Mentre nel resto d’Europa, soprattutto nel Regno Unito, gli esperimenti sulla «settimana corta» proseguono a gonfie vele, l’Italia non si è ancora attivata. Ed è stato Roberto Benaglia, segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl, a riaprire la questione nel giorno in cui arrivano i report da oltre Manica, con i risultati eccellenti generati dall’esperimento. In Gran Bretagna ormai da mesi sono molte le aziende che utilizzano il nuovo sistema, garantendo maggiore serenità ai lavoratori che, d’altra parte, sono riusciti a produrre di più e a far alzare i fatturati.

Benaglia: «Aprire un confronti anche in Italia»
Benaglia ha chiesto che sul tema del lavoro diviso su 4 giorni si possa «aprire anche in Italia un confronto». Il segretario generale di Fim Cisl spiega che «è possibile ripensare gli orari aziendali e ridurli non contro la competitività aziendale ma ricercando nuovi equilibri e migliori risultati. I salti tecnologici e organizzativi che la digitalizzazione e il lavoro per obiettivi stanno avvenendo in tante aziende metalmeccaniche ci devono spronare a gettare il cuore oltre l’ostacolo». Poi ricorda che la Fim Cisl « già lo scorso anno nel proprio congresso a Torino incentrato sulla definizione di “lavoro giusto” ha proposto di negoziare, soprattutto a livello aziendale, una forma di lavoro fatta di 4 parti di attività piena e 1/5 di riduzione d’orario che o possa essere dedicata anche a formazione o ai carichi di cura. Non si tratta di ridurre gli orari in modo generico come nel secolo scorso ma di rendere il lavoro maggiormente sostenibile e flessibile verso i bisogni delle persone significa rendere i posti di lavoro più attrattivi, in una epoca dove tanti lavoratori, soprattutto giovani di talento, stanno cambiando posto di lavoro e le competenze si muovono nel mercato del lavoro».

Uk, 56 aziende su 61 continuano la sperimentazione
I risultati della settimana lavorativa di 4 giorni nelle aziende del Regno Unito è più che positivo. Il test ha coinvolto 61 società e tra queste sono ben 56 a voler continuare il programma relativo alla settimana corta. E inoltre 18 aziende hanno già deciso che sarà confermata in maniera permanente questa impostazione, soprattutto per gli ottimi risultati raggiunti in termini di fatturato. Secondo lo studio portato avanti dalle Università di Cambridge e del Boston College, lo stress tra i dipendenti si è ridotto almeno del 39 per cento. Ci si è basati sui feedback di 2.900 lavoratori. E inoltre è diminuito di due terzi anche il numero di giorni di malattia richiesti.