Direttore: Paolo Madron
  • Economia e Finanza
  • Politica
  • Tecnologia e Innovazione
  • Attualità
x
  • Attualità
    • Cronaca
    • Gossip
    • Web
  • Cultura e Spettacolo
    • Arte
    • Cinema
    • Design
    • Libri
    • Moda
    • Musica
    • Serie Tv
    • Teatro
    • Tv
  • Economia e Finanza
    • Aziende
    • Lavoro
  • Politica
    • Europa
    • Italia
    • Mondo
  • Salute e Benessere
    • Beauty
    • Fitness
    • Food & Beverage
    • Medicina
    • Sanità
    • Wellness
  • Sport
    • Altri Sport
    • Calcio
    • Motori
  • Tecnologia e Innovazione
    • App
    • Device
    • Domotica
    • Gaming
    • Sostenibilità
  • Chi Siamo
  • Scrivono per noi
  • Tag
  • Feed
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Attualità

Lavoro, la Fim Cisl riapre il dibattito sulla «settimana corta»

L’esperimento nel Regno Unito è riuscito, con un netto calo dello stress per i lavoratori e l’aumento del fatturato delle aziende. Il segretario generale Benaglia: «Si apra un confronto anche in Italia».

21 Febbraio 2023 18:28 Redazione
Lavoro, la Fim Cisl riapre il dibattito sulla «settimana corta». I risultati della Gran Bretagna incentivano i sindacati che vogliono aprire un confronto

I sindacati chiedono che si apra il dibattito sulla settimana lavorativa di 4 giorni. Mentre nel resto d’Europa, soprattutto nel Regno Unito, gli esperimenti sulla «settimana corta» proseguono a gonfie vele, l’Italia non si è ancora attivata. Ed è stato Roberto Benaglia, segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl, a riaprire la questione nel giorno in cui arrivano i report da oltre Manica, con i risultati eccellenti generati dall’esperimento. In Gran Bretagna ormai da mesi sono molte le aziende che utilizzano il nuovo sistema, garantendo maggiore serenità ai lavoratori che, d’altra parte, sono riusciti a produrre di più e a far alzare i fatturati.

Lavoro, la Fim Cisl riapre il dibattito sulla «settimana corta». I risultati della Gran Bretagna incentivano i sindacati che vogliono aprire un confronto
Un uomo in ufficio (Pixabay)

Benaglia: «Aprire un confronti anche in Italia»

Benaglia ha chiesto che sul tema del lavoro diviso su 4 giorni si possa «aprire anche in Italia un confronto». Il segretario generale di Fim Cisl spiega che «è possibile ripensare gli orari aziendali e ridurli non contro la competitività aziendale ma ricercando nuovi equilibri e migliori risultati. I salti tecnologici e organizzativi che la digitalizzazione e il lavoro per obiettivi stanno avvenendo in tante aziende metalmeccaniche ci devono spronare a gettare il cuore oltre l’ostacolo». Poi ricorda che la Fim Cisl « già lo scorso anno nel proprio congresso a Torino incentrato sulla definizione di “lavoro giusto” ha proposto di negoziare, soprattutto a livello aziendale, una forma di lavoro fatta di 4 parti di attività piena e 1/5 di riduzione d’orario che o possa essere dedicata anche a formazione o ai carichi di cura. Non si tratta di ridurre gli orari in modo generico come nel secolo scorso ma di rendere il lavoro maggiormente sostenibile e flessibile verso i bisogni delle persone significa rendere i posti di lavoro più attrattivi, in una epoca dove tanti lavoratori, soprattutto giovani di talento, stanno cambiando posto di lavoro e le competenze si muovono nel mercato del lavoro».

Lavoro, la Fim Cisl riapre il dibattito sulla «settimana corta». I risultati della Gran Bretagna incentivano i sindacati che vogliono aprire un confronto
Benaglia (Twitter)

Uk, 56 aziende su 61 continuano la sperimentazione

I risultati della settimana lavorativa di 4 giorni nelle aziende del Regno Unito è più che positivo. Il test ha coinvolto 61 società e tra queste sono ben 56 a voler continuare il programma relativo alla settimana corta. E inoltre 18 aziende hanno già deciso che sarà confermata in maniera permanente questa impostazione, soprattutto per gli ottimi risultati raggiunti in termini di fatturato. Secondo lo studio portato avanti dalle Università di Cambridge e del Boston College, lo stress tra i dipendenti si è ridotto almeno del 39 per cento. Ci si è basati sui feedback di 2.900 lavoratori. E inoltre è diminuito di due terzi anche il numero di giorni di malattia richiesti.

Jerry Calà contro i no vax dopo l’infarto: sui social c’è chi ha attribuito il malore dell’attore alla vaccinazione anti-Covid.
  • Attualità
Jerry Calà contro i no vax dopo l’infarto: «Commenti ignobili»
Sui social c’è chi ha attribuito il malore dell’attore, poi operato a Napoli, alla vaccinazione anti-Covid.
Redazione
Chiara Ferragni vende? Analisi dei suoi assetti societari tra quote e partner
  • Aziende
The Board Salad
Avm Gestioni di Giovanna Maria Dossena è interessata a entrare nella Fenice S.r.l di Chiara Ferragni. Che oltre ad avere tutte le quote di The Blonde Salad - Tbs Crew, è socia di Serendipity. I ricavi cresciuti a 7 milioni, i partner Barletta e Bulgari, la breve esperienza nel cda di Tod's: gli affari dell'imprenditrice digitale.
Elisa Serafini
Chi è Yari Carrisi? Il figlio di Al Bano e Romina Power ha seguito le orme del padre e ha avuto una relazione con Nike Rivelli.
  • Cultura e Spettacolo
Yari Carrisi chi è: età e fidanzata del figlio di Albano e Romina
Nel 2017, la storia d’amore tra Yari e Naike si è conclusa. Poi Yari nel 2020 ha annunciato il fidanzamento con Thea Crudi.
Virginia Cataldi
L'auto elettrica non sfonda in Italia: vendite in calo, i motivi del flop
  • Attualità
La colonnina infame
Agli italiani le auto elettriche proprio non piacciono: le immatricolazioni nel 2022 sono calate del 27 per cento, mentre negli altri grandi Paesi europei volano a medie del +30 per cento. I motivi? Prezzi ancora troppo alti, incentivi insufficienti, pochi punti di ricarica. L'analisi.
Giorgio Pirani
  • Chi Siamo
  • Scrivono per noi
  • Tag
  • Feed
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
Nielsen Digital Measurement Privacy Policy

Tagfin Srl Sede Legale: Via dell'Annunciata, 7 – 20121 Milano

Numero di partita IVA e numero d’iscrizione al Registro Imprese 11673800964 del Registro delle Imprese di Milano.

Registrazione della testata giornalistica Tag43 presso il Tribunale Ordinario di Milano, n. 100 del 23 Aprile 2021