Che si trattasse di un question time rovente era nell’aria. Per rendersene conto bastava dare un’occhiata al profilo Facebook di Giorgia Meloni. Qui, la leader di Fratelli d’Italia ha scritto: «Con il ministro Lamorgese al Viminale abbiamo assistito a rave party illegali, aumento dell’immigrazione clandestina e scarso controllo del territorio». Su queste e altre questioni, che hanno scandito le cronache italiane negli ultimi mesi il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese è stata chiamata a riferire a Montecitorio, provando a porre fine una volta per tutte alle polemiche. Partendo dal rave di Viterbo, andato in scena tra il 13 e il 19 agosto scorso, in relazione al quale le era stata mossa la critica di un mancato sgombero in tempi celeri: «C’erano famiglie con bambini, una soluzione del genere era impraticabile», ha detto. «Abbiamo messo in campo circa novecento agenti. Il 19 agosto ne sono arrivati altri 300 e il loro intervento ha impedito che nella zona si radunassero fino a trentamila persone».
Il ministro Lamorgese sull’aggressione a Rimini
Altro argomento caldo è la questione relativa al migrante somalo, Duula Somane, che sul lungomare di Rimini nei giorni scorsi ha aggredito e ferito quattro persone e un bambino, Tamil, di soli sei anni. Tra loro anche due donne, che in qualità di controllori, gli avevano chiesto il biglietto del bus. L’uomo, si è scoperto poi, aveva sei lame: cinque coltelli di tipo Kaimano e un paio di forbici. In questo caso il ministro ha immediatamente precisato: «Non è un episodio in alcun modo legato al terrorismo, si tratta di una persona che ha agito in uno stato di alterazione psicologica. Non aveva precedenti di polizia ed era arrivato in Europa nel 2015, in Germania, transitando successivamente in diversi Stati dell’Ue e facendo in tutti istanza di protezione internazionale, compresa l’Italia, dove è giunto il nove agosto. In casi del genere, il protocollo è chiaro: si da luogo a un’attività di presa in carico dello straniero, obbligo ineludibile».