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Lady Camorra condannata: era il boss di almeno cento affiliati nel Napoletano

La capoclan denominata “mente fine” dovrà scontare in carcere oltre 12 anni.

17 Marzo 2023 09:52 Elena Mascia
Lady Camorra condannata dal tribunale di Napoli

È arrivata la condanna per Lady Camorra: la donna soprannominata ‘a piccerella dovrà scontare 12 anni e 8 mesi di carcere. La sentenza è stata pronunciata dai giudici e inflitta dal gup Antonio Baldassarre in seguito all’arresto avvenuto l’8 agosto 2021 presso l’aeroporto di Ciampino, quando venne fermata poco prima di lasciare l’Italia per la Spagna, dove risiede la figlia. La sua lucidità e freddezza emersero sin da subito anche in quell’occasione, elementi che non sfuggirono alle forze dell’ordine che la trovarono calma e controllata, nonostante quanto le stesse accadendo.

Lady Camorra condannata

L’accusa nei suoi confronti è tutt’altro che leggera: Maria Licciardi è la mente a capo dell’associazione camorristica fondata dai fratelli Gennaro, detto “la scimmia”, Pietro, “detto Pierino”, Vincenzo, “‘o chiatto”, e Assunta. La sentenza del tribunale di Napoli collega la Licciardi con i clan Contini e i Mallardo e altri gruppi minori, tanto che si parla di ben cento affiliati che sottostavano agli ordini della donna capoclan che ispirò il personaggio di Chanel in “Gomorra”, considerata dall’antimafia il boss più potente della città.

Gli interessi entro e oltre confine

Lady Camorra avrebbe infatti gestito giri di affari entro e oltre i confini nazionali, contribuendo ad aumentare gli interessi imprenditoriali dell’Alleanza di Secondigliano attraverso investimenti nella produzione e nel commercio di ogni tipo di merce. Una visione economica ad ampio raggio ma anche un supporto fondamentale per la gestione degli affari locali, attitudini che le fecero guadagnare l’appellativo di “mente fine”, come la definì un pentito.

I collegamenti che la vedono coinvolta arrivano fino al mondo del furto d’arte: nelle indagini del furto della copia del Salvator Mundi, un dipinto del 1400 conosciuto come Cristo Benedicente,  emerge il suo nome come colei a cui proposero l’acquisto del quadro e, secondariamente, l’individuazione di un acquirente. Un jolly dell’intermediazione, della ricerca di nuovi business e dell’imprenditoria nazionale e internazionale, non per niente la prima delle capoclan.

 

 

 

 

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