La telefonata tra Macron e Zelensky il giorno dell’invasione: «Parla con Putin»
Nel colloquio, diffuso all'interno di un documentario sul leader francese, emergono le ansie e i timori di un leader che, per la prima volta da quando è al potere, ha visto «carri armati ovunque».
É dal contenuto e dai toni drammatici la prima telefonata che il leader ucraino Volodymyr Zelensky ha fatto al suo omologo francese Emmanuel Macron la mattina dell’inizio dell’invasione russa. Dalla richiesta di aiuto a quella di fare da mediatore con Vladimir Putin, traspare tutta la paura di un presidente che, per la prima volta, si è trovato coinvolto in una «guerra totale».

La telefonata tra Macron e Zelensky il giorno dell’invasione
La conversazione telefonica è stata filmata dalle telecamere di France tv ed è entrata a far parte di un documentario sul capo dell’Eliseo realizzato dal giornalista Guy Lagache. L’idea era quella di seguire il leader in patria e durante i viaggi europei, ma si è finito per immortalare le tensioni dei primi giorni della crisi e il colloquio che annunciava l’inizio della guerra in Ucraina.
«Non è come nel 2014, è guerra totale. Ci sono truppe ovunque e quindi stiamo combattendo in tutto il nostro territorio. Hanno inviato forze speciali ovunque, a Kiev a Odessa e dalla Bielorussia». Questa la situazione illustrata da Zelensky dopo l’arrivo dei carri armati nel suo paese. Quindi la disperata richiesta di aiuto a Macron affinché intervenisse tempestivamente parlando con Putin e organizzando una coalizione contro il conflitto: «Siamo sicuri che i leader europei e Joe Biden siano sulla stessa lunghezza d’onda ed è necessario chiamare il presidente russo per dirgli di smettere». E ancora: «Lui si fermerà, vi ascolterà».

I tentativi di mediazione di Macron
Impossibile non notare la tensione del leader francese che, prima di ogni risposta, lascia passare interminabili secondi. «Ok, Volodymir, lasciami vedere con la mia squadra cosa possiamo fare. Non appena avrò un riscontro ti chiamerò», ha quindi affermato in chiusura. Proprio lui, che aveva già telefonato a Putin ed era andato anche a Mosca per incontrarlo prima dell’invasione, è stato l’ultimo dei leader occidentali ad interrompere i dialoghi con Mosca, tentando più volte, purtroppo invano, di trovare un punto di dialogo diretto con il leader russo.