La tassa sugli extraprofitti è la soluzione al caro bollette?

Debora Faravelli
07/10/2022

In una situazione incerta e variabile, in cui lo Stato non ha incassato il denaro previsto dal «contributo solidaristico straordinario contro l’incremento delle bollette» e i costi per i consumatori non accennano a diminuire, affidare la gestione delle proprie utenze ad un Utility Manager potrebbe rivelarsi utile e vantaggioso.

La tassa sugli extraprofitti è la soluzione al caro bollette?

Con l’aumento dei costi dell’energia seguito allo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, gli italiani si preparano a vivere un autunno con un caro bollette particolarmente gravoso. L’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA) ha infatti comunicato che, per l’utenza elettrica, la spesa per la famiglia-tipo nel 2022 sarà più che raddoppiata rispetto a quella dell’anno precedente (in particolare, si stima una bolletta di 1.322 euro rispetto ai 632).

Per aiutare le famiglie e le imprese a far fronte agli aumenti, la Commissione Europea ha proposto di recuperare liquidità mettendo mano agli extra profitti delle grandi compagnie energetiche, ma il piano si sta rivelando fallace nella realtà pratica. Dal canto loro, le aziende private hanno iniziato a mettere in campo micro bonus e altre tipologie d’intervento a sostegno sia dei dipendenti che dei consumatori, mentre il nuovo Parlamento si appresta a convertire in legge il Decreto aiuti ter.

La tassa sugli extra profitti

Secondo i calcoli di Bruxelles, il denaro derivante dagli extra profitti delle compagnie che i governi potrebbero utilizzare per aiutare i cittadini ammonterebbe a 141 miliardi di euro. Si tratta, in particolare, di tutti quei guadagni che le società di produzione stanno ottenendo grazie a petrolio e gas, non solo per l’aumento della domanda rispetto all’offerta come conseguenza della guerra russo-ucraina, ma anche per il fatto che stanno vendendo a prezzi salatissimi (quasi venti volte tanto) materie prime acquistate ben prima dell’invasione del 24 febbraio – e quindi a prezzi più bassi. Per fare un esempio, secondo alcune stime fornite da Europa Verde, solo per l’Eni, che è una partecipata, si tratta di 20 miliardi di euro di extra profitti tra il 2021 e il 2022.

Con una tassa sugli extraprofitti rivelatasi fallace e un caro bollette che non accenna a fermarsi, affidare la gestione delle proprie utenze ad un Utility Manager potrebbe rivelarsi utile e vantaggioso.
Compagnie energetiche (Getty Images)

Di qui la proposta europea di tassare questi utili (o meglio, di introdurre un contributo di solidarietà da applicare sull’extra gettito per l’anno fiscale 2022-2023), concretizzatasi in Italia all’interno del Decreto Aiuti bis. La base imponibile su cui calcolare l’imposta (del 25%) ammonta alla differenza tra le operazioni attive e passive realizzate dal 1° ottobre 2021 al 30 aprile 2022 e quelle dello stesso periodo tra il 2020 e il 2021. Il pagamento avrebbe dovuto essere in due tranche, la prima da saldare entro il 30 giugno (il 40%) e la seconda entro il 30 novembre. Secondo i calcoli dell’esecutivo, all’Erario sarebbero dovuti arrivare 10,5 miliardi (da utilizzare per alleviare le bollette dei cittadini), ma i ricavi sono stati molto inferiori a quelli attesi perché numerose imprese hanno fatto ricorso contro la tassa e non hanno pagato la prima rata.

La loro accusa è che la norma sia incostituzionale e che il differenziale Iva (la variazione della cifra imponibile da un anno all’altro) sia influenzato da diversi fattori che non riguardano solamente il costo delle fonti energetiche – come, per esempio, un aumento della quota di mercato. Sulla questione si pronuncerà il Tar del Lazio l’8 novembre, ma intanto lo Stato non ha incassato le somme previste e le famiglie e le imprese continuano a dover fare i conti con bollette alle stelle.

L’offerta di Assium: un Utility Manager che gestisca le utenze

In questo mare magnum di informazioni e incertezza si inserisce l’attività di Assium, un’associazione di categoria del settore Utility Management impegnata nella vigilanza del mercato e nella tutela di consumatori, professionisti e aziende alle prese con la gestione dei contratti delle utenze di Energia e Telefonia.

Affidarsi ad un Utility Manager (figura professionale certificata secondo la normativa 11782 del 2020 di UNI), specie in un momento così variabile e volubile, può essere un valido aiuto e costituire un fondamentale supporto per aziende e famiglie nella gestione delle utenze e delle attività ad esse connesse. Si tratta, in particolare, di un consulente che fa da ponte tra il mercato delle utilities, sempre più aggressive, e i consumatori, che spesso si vedono proposti contratti non adeguati alle proprie esigenze. L’azione dell’Utility Manager è svolta proprio a tutela di questi ultimi e si snoda su tre punti: la sottoscrizione dei contratti di fornitura o l’aggiornamento di quelli esistenti a condizioni più vantaggiose, la verifica del controllo delle fatture e la risoluzione dei problemi.

Con una tassa sugli extraprofitti rivelatasi fallace e un caro bollette che non accenna a fermarsi, affidare la gestione delle proprie utenze ad un Utility Manager potrebbe rivelarsi utile e vantaggioso.

Il tutto con al centro l’interesse del cliente, sia esso una famiglia o un’impresa, e «la sua necessità di sapere di pagare il giusto per ciò di cui necessita in termini di utilities», con la garanzia di massima trasparenza e la presentazione delle migliori offerte presenti sul mercato. Una possibilità assicurata dal fatto che, oltre ad occuparsi quotidianamente di utilities (energia elettrica, gas, telefonia mobile e connettività), il consulente è costantemente aggiornato sull’andamento della situazione geopolitica ed economica del settore energetico e può quindi indirizzare il consumatore verso la soluzione al momento più adatta a sé, facendo la differenza in termini di sostenibilità sia economica che ecologica – due tra gli obiettivi di Assium sono proprio il risparmio energetico e la riduzione dell’impatto della transizione ecologica su famiglie e imprese.