La Russia accusa il figlio di Biden: «Finanzia armi biologiche in Ucraina»
Il portavoce del Cremlino: «Chiederemo spiegazioni in merito». Hunter Biden è già nella lista delle personalità americane prese di mira dalle controsanzioni russe.
Mosca accusa Hunter Biden, figlio del presidente americano Joe, di essere coinvolto nella gestione di laboratori per lo sviluppo di armi biologiche in Ucraina. Lo ha affermato Igor Kirillov, capo della Forza di protezione chimica e biologica del ministero della Difesa russo, lo ha ribadito il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, a margine del suo briefing quotidiano: «Naturalmente chiederemo delle spiegazioni sul possibile coinvolgimento. E non solo noi. Come sapete la Cina ha già chiesto chiarimenti».
Hunter Biden, il Cremlino punta il dito contro di lui
Il 52enne Hunter Biden, avvocato, imprenditore e lobbista statunitense, è il secondogenito del Presidente degli Stati Uniti d’America. Il suo nome figura già nella lista delle personalità americane prese di mira dalle controsanzioni russe. Secondo documenti mostrati in conferenza stampa da Kirillov, il fondo d’investimenti Rosemont Seneca Partners, con sede a Washington, fondato nel 2009 e presieduto proprio da Hunter Biden, avrebbe sponsorizzato un programma di sviluppo di armi biologiche in Ucraina, che coinvolgerebbe il Pentagono, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale, i Centers for Disease Control and Prevention e addirittura la Open Society Foundations, ovvero la fondazione di George Soros, miliardario americano spesso preso di mira nelle teorie complottiste.

Hunter Biden, i suoi legami con l’Ucraina
Dal 2014 al 2020, Hunter Biden è stato membro del cda di Burisma Holdings, compagnia ucraina attiva nel settore del gas. Designato per gestire la crisi dopo la rivoluzione di Euromaidan e la cacciata del premier filorusso Viktor Yanukovich. era entrato nell’azienda proprio quando suo padre era diventato vicepresidente degli Stati Uniti, durante l’amministrazione di Barack Obama. Hunter Biden era stato poi oggetto di alcune indagini anti-corruzione: su questo fatto Donald Trump aveva voluto indagare, per screditare in vista delle presidenziali 2020 il suo avversario, che avrebbe abusato del proprio potere per proteggere il figlio.

Il Cremlino ha poi rispedito al mittente Volodymyr Zelensky le accuse di aver utilizzato bombe al fosforo nel corso dell’attacco all’Ucraina: «La Russia non ha mai violato le convenzioni internazionali, consigliamo comunque di contattare il ministero della Difesa per i dettagli», ha dichiarato il portavoce Peskov.