Appena una settimana fa era stata Giorgia Meloni ad accendere un vero e proprio caso, con la polemica scoppiata intorno alle sue parole sull’eccidio delle Fosse Ardeatine, dove vennero trucidate 335 persone, a suo dire, «uccisi solo perché italiani». Oggi è la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Ignazio La Russa, a tornare sulla vicenda, parlando dell’attacco dei partigiani ai tedeschi, che ha preceduto proprio la tragedia delle Fosse Ardeatine. E lo fa con un commento che scatena le critiche da parte delle opposizioni e dell’Anpi. Il senatore, infatti, dichiara che «Via Rasella è stata una pagina tutt’altro che nobile della Resistenza, quelli uccisi furono una banda musicale di semi pensionati e non nazisti delle SS». Parole definite «indegne» dal Pd e dall’Associazione nazionale dei partigiani italiani.

La Russa difende Meloni: «Attacco pretestuoso»
Ignazio La Russa è stato ospite del podcast Terraverso di Libero Quotidiano. Ed è lì che torna sulle critiche a Giorgia Meloni parlando di «un attacco pretestuoso». Poi motiva la sua idea, spiegando che la premier quando «dice “uccisi perché italiani” sa benissimo che quegli italiani erano stati uccisi per rappresaglia per quello che avevano i partigiani a via Rasella. Tutti sanno che i nazisti hanno assassinato detenuti politici, ebrei, antifascisti e persone rastrellate a caso, ovviamente non gente che lavorava con loro. Se li deve racchiudere in una sola parola, dice “perché italiani”. Non si può farne uno scandalo». E il presidente del Senato non si ferma, attaccando i partigiani: «L’attentato di via Rasella non è stata una delle pagine più gloriose della Resistenza partigiana, quelli che i partigiani hanno ucciso non erano biechi nazisti delle SS ma una banda musicale di semipensionati, altoatesini, mezzi tedeschi e mezzi italiani, sapendo benissimo il rischio di rappresaglia al quale esponevano i cittadini romani, antifascisti e non».
«A Via Rasella uccisa una banda musicale di semi-pensionati altoatesini, non erano nazisti delle SS». Le parole di Ignazio La Russa, Presidente del Senato. #matrice pic.twitter.com/Noq0cWOZKd
— Alekos Prete (@AlekosPrete) March 31, 2023
Il Pd chiede «rispetto» e attacca La Russa
Facile ipotizzare come le parole contro i partigiani abbiano innescato una rapida e forte reazione, soprattutto dalle opposizioni. Il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia, attacca: «È grave che il presidente del Senato, seconda carica di uno Stato nato dalla Resistenza e dalla guerra di liberazione, parli di via Rasella nel modo in cui lo ha fatto nell’intervista a Libero. Siamo di fronte ad un esempio di revisionismo storico che, inoltre, sposa il punto di vista dei fascisti. Mi dispiace per La Russa ma non è accettabile mettere sullo stesso piano i partigiani che combattevano per liberare l’Italia e i nazifascisti». Il senatore Francesco Verducci chiede «rispetto»: «Alla forze politiche che organizzarono la Resistenza, e tra esse ai comunisti italiani, tutti noi dobbiamo la conquista della libertà e della democrazia, che la tirannide fascista aveva uccise, e la fondazione della nostra Repubblica. La Costituzione italiana è firmata, insieme ai presidenti De Gasperi e Einaudi, da un comunista italiano, il presidente Umberto Terracini. La Russa porti rispetto alla storia di chi ha fondato la Repubblica. È in base al sacrificio dei partigiani, e tra loro tanti comunisti, che lui oggi può sedere ai vertici della nostra Repubblica».
L’11 compagnia del Terzo battaglione del Polizei Regiment Bozen era impegnata a Roma con compiti di sicurezza nelle installazioni d’occupazione naziste e della Rsi. I militari uccisi nell’attentato di #viaRasella il 23/3/1944 non erano una banda musicale ne’ dei pensionati.… pic.twitter.com/DSdP8PsM4F
— andrea purgatori (@andreapurgatori) March 31, 2023
L’attacco dell’Anpi: «Parole di La Russa indegne»
Ma ancora più duro è l’attacco dell’Anpi, tramite le parole di Gianfranco Pagliarulo. Il presidente dei partigiani definisce le parole di La Russa «semplicemente indegne per l’alta carica che ricopre». Poi l’affondo: «Le sue parole rappresentano un ennesimo, gravissimo strappo teso ad assolvere il fascismo e delegittimare la Resistenza. Il terzo battaglione del Polizeiregiment colpito a via Rasella mentre sfilava armato fino ai denti stava completando l’addestramento per andare poi a combattere gli Alleati e i partigiani, come effettivamente avvenne. Gli altri due battaglioni del Polizeiregiment erano da tempo impegnati in Istria e in Veneto contro i partigiani. L’attacco di via Rasella, pubblicamente elogiato dai comandi angloamericani, fu la più importante azione di guerra realizzata in una capitale europea. Dopo la presidente del Consiglio, anche il presidente del Senato fa finta di ignorare che non furono i soli nazisti a organizzare il massacro delle Fosse Ardeatine, perché ebbero il fondamentale supporto di autorità fasciste italiane».
Articolo 1: «Atto di revisionismo senza precedenti». Azione: «Vuole riscrivere la storia»
«Le parole di La Russa su Via Rasella», spiega invece Arturo Scotto, coordinatore di Articolo 1, «sono un atto di revisionismo senza precedenti. Come dire: i partigiani se la sono un po’ cercata. La seconda carica dello Stato non può confondere le vittime con i carnefici. E sdoganare il punto di vista dei fascisti. Indegno e vigliacco». E come lui, anche Azione, con Osvaldo Napoli, parla di revisionismo: «Il presidente del Senato insiste nell’operazione di voler riscrivere la storia, con grave danno per la credibilità dell’Italia e delle sue istituzioni delle quali, è bene ricordarlo, egli è espressione rilevante».
Le parole di La Russa su Via Rasella sono un atto di revisionismo senza precedenti. Come dire: i partigiani se la sono un po’ cercata. La seconda carica dello Stato non può confondere le vittime con i carnefici. E sdoganare il punto di vista dei fascisti. Indegno e vigliacco.
— Arturo Scotto (@Arturo_Scotto) March 31, 2023
La Russa dopo le polemiche: «Non ho detto “ingloriosa”»
Dopo le polemiche, La Russa prova a correggere il tiro: «Confermo parola per parola la mia condanna durissima dell’eccidio delle Fosse Ardeatine che solo pochi giorni fa ho definito “una delle pagine più brutali della nostra storia”. Confermo, altresì, che a innescare l’odiosa rappresaglia nazista fu l’uccisione di una banda di altoatesini nazisti e sottolineo che tale azione non è stata da me definita “ingloriosa” bensì ‘tra le meno gloriose della resistenza».
