Il presidente del Senato Ignazio La Russa fa discutere con una dichiarazione rilasciata durante il ricordo di Pinuccio Tatarella a Palazzo Giustiniani. In occasione del 24esimo anniversario della scomparsa di quello che viene considerato uno degli esponenti più importanti nella storia della destra italiana, morto l’8 febbraio del 1999, La Russa ha parlato di destra e di fascismo. «Scusatemi se parlo di me», è il passaggio che ha innescato le polemiche, «sono sempre dipinto come quello che ha i busti del Duce in casa. È vero, ce l’ho, me lo ha lasciato mio padre e non capisco perché dovrei buttarlo. Non lo butterò mai».

La Russa sul busto del Duce: «Non lo butterò mai»
Il presidente del Senato lo ha ripetuto: «Non lo butterò mai, così come non butterei il busto di Mao Zedong se mi avessero lasciato un’opera d’arte sua». Dichiarazioni completate poco dopo: «Scusatemi ancora per questa parentesi personale, che volevo assolutamente esternare». Durante il ricordo di Pinuccio Tatarella ha parlato anche del suo ruolo istituzionale: «Mi sento spesso inadeguato al ruolo di presidente del Senato, è poco se mi considero, ma è molto se mi confronto».
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La Russa su Tatarella: «Ci manca tutti i giorni»
«Pinuccio Tatarella ci manca tutti i giorni», ha invece dichiarato parlando dell’ex Vicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana. «Non ricordo mai la data della sua morte perché tutte le volte che ho un problema politico mi interrogo su cosa farebbe lui. Il mio punto di raffronto, il mio modo di dirigere le risposte, è confrontarmi con quello che avrebbe detto o fatto. Tatarella non si è mai voluto fermare al momento in cui viveva. Guardava sempre un po’ più avanti. Per questo oggi è ancora attuale. Probabilmente viviamo una fase che aveva immaginato, desiderato. Una fase della destra al governo, nell’ambito del centrodestra, con una pacificazione nazionale a cui ha sempre aspirato nella sua capacità di guardare il futuro».
