La campionessa-Ride like a girl: la vera storia di Michelle Payne che ha ispirato il film in onda stasera su Canale5

Redazione
30/08/2021

Teresa Palmer è Michelle Payne ne La campionessa, pellicola che racconta la straordinaria storia della prima fantina a vincere la Melbourne Cup. Ecco la sua vera storia.

La campionessa-Ride like a girl: la vera storia di Michelle Payne che ha ispirato il film in onda stasera su Canale5

L’attrice australiana Teresa Palmer è la protagonista del film La campionessa (Ride like a girl), in onda stasera, lunedì 30 agosto 2021 alle 21.25 su Canale5. Diretto da Rachel Griffiths, per la prima volta alla macchina da presa dopo una carriera da interprete costellata di successi cinematografici come Hilary & Jackie (che, nel 1999, le valse la nomination agli Oscar come miglior attrice non protagonista), Il matrimonio del mio migliore amico, Saving Mr. Banks e Brothers&Sisters, il biopic è ispirato alla storia vera di Michelle Payne. Figlia più piccola di una famiglia di fantini, Michelle sogna sin da bambina di vincere la Melbourne Cup, la corsa di cavalli più prestigiosa d’Australia. Una vittoria che le permetterebbe di diventare una leggenda. Ma non ha fatto i conti con i tiri mancini della vita. Distrutta da una tragedia familiare e messa alla prova da una brutta caduta che potrebbe porre fine alla sua carriera, la ragazza lotta con tutte le sue forze per non perdere di vista il suo obiettivo, nonostante le mille difficoltà. E, grazie al sostegno del padre Paddy e del fratello Stevie, trova il coraggio di mettere a tacere la paura e montare il celebre Prince of Penzance, pronta per giocarsi il tutto per tutto nella gara a cui si prepara da una vita. E che la premierà con un primo posto sul podio e un primato mondiale. 

Le cose da sapere sul film La campionessa in onda stasera su Canale 5

La campionessa: la storia vera di Michelle Payne

Classe 1985, Michelle Payne è entrata nella storia per essere stata la prima donna in assoluto ad aver trionfato nella Melbourne Cup. Ultima di 10 figli e rimasta orfana di madre ad appena 16 mesi, è cresciuta a latte ed equitazione, in una famiglia dove l’amore per i cavalli non era un semplice passatempo ma una vera e propria missione di vita. A quindici anni vinse la sua prima competizione a Ballarat, in sella a Reigning, un cavallo allenato dal padre. Sempre più decisa ad arrivare ad alti livelli e a trasformare quella passione in un lavoro, si allena ogni giorno, sempre più duramente. Ma, nel marzo del 2004, è costretta a fermarsi. Un grave infortunio durante una corsa le frattura il cranio e le procura una serie di contusioni cerebrali. I medici le impongono di lasciare l’equitazione in standby e la costringono a un lunghissimo periodo di riposo. Ad appesantire la situazione, anche l’improvvisa scomparsa della sorella Brigid, uccisa da una crisi epilettica, forse causata da una caduta da cavallo. Qualche anno dopo, nonostante le sofferenze patite, ritorna determinata e vincente in pista e, nel 2009, partecipa alla sua prima edizione della Melbourne Cup. Il suo cavallo arriva 16esimo su ventitré. Era solo una prova in preparazione del grande, vero debutto. Quello che, nel 2015, l’ha portata a primeggiare in maniera indiscussa in quella stessa competizione, accanto al fratello Stevie, affetto da sindrome di Down e allora scelto come stalliere di Prinze of Penzance, un destriero su cui nessuno puntava nulla. Payne non riuscì a portare a casa soltanto la coppa ma anche un record non indifferente. Divenne la quarta donna ad aver corso nella Melbourne Cup e la prima ad aver vinto dopo 154 edizioni. Un risultato che ha contribuito anche alla lotta contro la misoginia e il maschilismo di uno sport che alle donne non sembrava voler riconoscere alcun merito. «L’equitazione è uno sport profondamente sessista», ha dichiarato in un’intervista dopo la gara, con indosso una divisa che, per pura casualità, riproduceva i colori del movimento delle suffragette (verde, viola e bianco), «So per certo che diversi proprietari sarebbero stati molto contenti di vedermi fuori. E invece voglio gridare al mondo che le donne possono fare tutto e possono vincere tutto». La seconda parte della sua carriera non fu una passeggiata di salute: accanto a una serie di premi e di riconoscimenti, dovette fare i conti con cadute e interventi delicati. E, nel 2017, fu esclusa da una gara dopo essere risultata positiva al test anti-doping per aver assunto fentermina. L’ammissione di colpevolezza le è valsa una squalifica di quattro settimane. Oggi, fantina e allenatrice a tempo pieno, si dedica anche a fare opera di divulgazione e sensibilizzazione, raccontando la sua storia in giro per le scuole.

La campionessa: il cast

Accanto alla protagonista, Teresa Palmer, che ha preso parte a una lunga serie di progetti cinematografici indipendenti e a qualche produzione più grossa come L’apprendista stregone con Nicolas Cage, Warm Bodies con Dave Franco e Nicolas Hoult, Point Break di Ericson Core e La battaglia di Hacksaw Ridge diretto da Mel Gibson, troviamo Stevie Payne nei panni di se stesso, l’attore Sam Neill nel ruolo del severo Paddy Payne, Annaliese Apps nei panni di Brigid e Sullivan Stapleton in quelli del campione Darren Weir. Un cast poco conosciuto ai più, lontano dalle luci e dai riflettori della scena hollywoodiana più patinata ma in grado di restituire performance emozionanti e di dare vita a una storia fatta di sacrifici, rivincita e buoni sentimenti.