Era il 25 marzo del 2019 quando Kristina Gallo, allora trentenne, venne trovata morta nel suo appartamento di Bologna. In un primo momento gli investigatori avevano ipotizzato che la donna avesse perso la vita per un malore. Successive indagini, però, hanno rivelato che si tratta dell’ennesimo femminicidio. Kristina Gallo è morta tra le mani dell’ex compagno, con cui aveva una relazione burrascosa, che l’ha asfissiata. Ieri l’uomo è stato arrestato per omicidio.
Svolta nelle indagini su Kristina Gallo, trovata morta nel 2019
Il 25 marzo del 2019 Kristina Gallo venne trovata morta nella sua casa a Bologna dal fratello. Il cadavere giaceva da giorni nudo, a terra, in stato di decomposizione nella camera da letto. Accanto a lei il suo rottweiler. Gli investigatori avevano ipotizzato in un primo momento un decesso per cause naturali. Tuttavia, in seguito, avevano ricomposto un quadro molto diverso. La donna aveva una relazione burrascosa con il compagno di 11 anni più grande, che adesso risulta essere responsabile del suo assassinio.
Per questo, a distanza di più di tre anni, i carabinieri hanno arrestato il 44enne con l’accusa di omicidio aggravato dal fatto di aver commesso stalking nei confronti della vittima. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata eseguita nella serata di ieri dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale, coordinati dalla Procura.

Le indagini e le dichiarazioni dell’indagato
Le prime analisi medico-legali rendevano compatibile il decesso con cause naturali. Inizialmente la Procura aveva chiesto che il caso venisse archiviato ma il gip, anche su richiesta dei familiari della ragazza, aveva disposto ulteriori indagini di natura medico legale e tecnico scientifiche sul luogo del reato. Nel frattempo, il cadavere era stato cremato, mentre la casa dove la trentenne viveva in affitto, era stata restituita al proprietario.
I Carabinieri durante le indagini avevano scavato nella vita della vittima, scoprendo che Kristina era madre di una bimba affidata al padre e che aveva lavorato in un centro scommesse. Nel recente passato c’era inoltre una relazione amorosa intrattenuta con un uomo più grande di 11 anni, definita da parenti e amici ‘burrascosa’. Costui, negando ogni coinvolgimento, all’epoca aveva riferito di aver interrotto il rapporto circa una settimana prima del decesso di Kristina.

Gli ulteriori esami
Recentemente sono stati svolti ulteriori esami sui campioni biologici e genetici e sulla base dei nuovi elementi raccolti dagli inquirenti è stata anche ricostruita in 3D la scena del crimine da parte dei Ris. L’analisi dei tabulati telefonici ha confermato la presenza del 44enne nella casa anche nella settimana precedente la morte, smentendo quanto da lui affermato.
Tale circostanza è stata rafforzata dal ritrovamento delle chiavi dell’auto dell’indagato nella camera da letto dove giaceva il cadavere. Inoltre, malgrado il 44enne avesse disinstallato l’applicazione dal cellulare sono stati acquisiti circa 6mila file audio da cui emerge la natura della relazione tra i due. Amici, colleghi e vicini di casa hanno confermato delle violenze fisiche e psicologiche subite da Kristina per quella che gli investigatori definiscono “smisurata gelosia” del 44enne.
Proprio lui avrebbe asfissiato meccanicamente la donna, bloccandole le vie respiratorie e uccidendola. I “gravi elementi” di colpevolezza e “l’estrema pericolosità”, hanno portato ad un provvedimento di una sua custodia cautelare in carcere.