Stasera in Tv: King Kong, 5 curiosità sul remake del colossal che non conoscete

Redazione
09/06/2021

Dalle 21.20 sul Canale 20 il remake del Colossal uscito per la prima volta nel 1933. Tra omaggi, costi e premi Oscar, ecco le cose che potrebbero esservi sfuggite.

Stasera in Tv: King Kong, 5 curiosità sul remake del colossal che non conoscete

Stasera alle 21,20 su Canale 20 andrà in onda King Kong, adattamento cinematografico del 2005 che omaggia il film originale del 1933. Diretto da Peter Jackson, regista della trilogia Il Signore degli Anelli, vanta un cast d’eccezione con Naomi Watts, Jack Black e Adrien Brody. King Kong ha le movenze di Andy Serkis, genio del motion capture (registrazione del corpo umano in 3D), che qui torna a lavorare insieme a Jackson dopo Il Signore degli Anelli, dove aveva interpretato Gollum.

King Kong, un film da tre premi oscar

Il film fu accolto caldamente dalla critica, tanto che vinse tre premi Oscar su quattro candidature, ossia Miglior sonoro, Miglior montaggio sonoro e Migliori effetti speciali. Uscito il 5 dicembre 2005, è ambientato negli Anni ’30, come chiaro omaggio del regista al film originale. Nella pellicola, il cineasta indipendente Carl Denham (Jack Black) tenta di risollevare le sorti della propria carriera girando un documentario nella sconosciuta Skull Island, al largo di Sumatra. Lo accompagnano nella spedizione l’attrice Ann Darrow (Naomi Watts) e il drammaturgo Jack Driscoll (Adrien Brody). Giunto a destinazione, il gruppo si imbatte in tribù selvagge, animali preistorici ma soprattutto in un enorme gorilla, King Kong.

Fra combattimenti con dinosauri, terrificanti animali giganti e foreste da incubo, ecco cinque curiosità che potrebbero interessarvi.

1- La motion capture, proprietà di Andy Serkis

Il gorilla King Kong è interamente realizzato al computer, ma i suoi movimenti appartengono a una persona reale. Si tratta del britannico Andy Serkis, che ha interpretato anche Gollum nella trilogia Il signore degli Anelli, Cesare nel remake de Il pianeta delle scimmie e il laeder supremo Snoke in Star Wars: il risveglio della forza. In King Kong sono stati attaccati al suo viso ben 132 sensori, in modo che ogni sua espressione facciale potesse essere catturata e mostrata sul volto del grande gorilla.

2- L’omaggio al film originale del 1933

Come detto, il prodotto di Peter Jackson è un remake del grande classico del 1933 diretto da Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsack. Oltre che con l’ambientazione (è stato scelto infatti il 1933, anno di debutto del cult) la produzione ha scelto di omaggiare il film riprendendone una precisa scena. Si tratta di quella che vede Denham, Driscoll e l’equipaggio cadere in una fossa piena di insetti giganti. L’originale King Kong prevedeva anch’esso una scena in cui si vedeva l’equipaggio cadere in un pozzo ed essere divorato da enormi ragni. Poiché, durante l’anteprima, buona parte del pubblico uscì dal teatro in preda all’orrore, la scena fu tagliata e oggi risulta introvabile. Un altro omaggio risiede invece durante i titoli di coda del film, in cui i nomi degli attori e delle attrici del cult compaiono con la dicitura «Gli esploratori originali di Skull Island».

3- Una pellicola lunga 600 chilometri

Ciò che si vede nel montaggio finale non è paragonabile alla quantità delle riprese effettuate durante la produzione dei film. Per quanto riguarda King Kong, tuttavia, è necessaria una menzione speciale, in quanto Peter Jackson e gli addetti produssero 370 ore girato, ben 123 volte in più rispetto al prodotto finale presentato in sala. Per rendere l’idea, per contenere tutte le scene sarebbe necessaria una pellicola lunga addirittura 600 mila metri.

4- Jack Black e gli insegnamenti di Clint Eastwood

Una curiosità davvero simpatica riguarda Jack Black, qui alle prese con un ruolo lontano dalla sua consueta comicità. L’attore infatti ha dichiarato di non aver fatto alcun uso del trucco durante il film poiché gli era giunta una voce (rivelatasi infondata) secondo cui Clint Eastwood, per cui non ha nascosto grande ammirazione, non si truccasse mai durante le riprese dei suoi cult. Black è stato tuttavia costretto a indossare una parrucca, in quanto il regista Peter Jackson non era soddisfatto del suo taglio di capelli, poco incline a ricordare la moda degli Anni ’30.

5- Un colossale budget a prova di King Kong

Come riportano i dati del botteghino, il film fu realizzato con un budget leggermente superiore ai 200 milioni di dollari, rendendolo all’epoca il progetto più costoso mai realizzato. Lo scetticismo iniziale dei dirigenti di Universal, casa cinematografica che ha distribuito il film in sala, si sono placati all’anteprima, durante la quale hanno potuto ammirare i risultati eccezionali raggiunti da Jackson e troupe, ma soprattutto a seguito dei risultati al box office. A livello internazionale, infatti, il film totalizzò 550 milioni di dollari, piazzandosi al quinto posto nella classifica dei film più visti nel 2005. I dati non bastarono però a convincere i produttori di girare il sequel ideato da Jackson, Skull Island. Il progetto fu rielaborato molti anni dopo e ha visto la luce solo nel 2017 in Kong: Skull Island, interpretato da Tom Hiddleston e Brie Larson, ma scollegato dall’idea di Jackson.