“Un movimiento sensual, un movimiento muy sexy, una mano en la cabeza...” e via cantando. Alzi la mano chi non ha ballato – solo o in gruppo – almeno una volta nella vita La Bomba, tormentone dei King Africa (e cover degli Azul Azul) che incendiò l’estate del 2000. Ebbene che fine ha fatto Alan Duffy, il cantante del gruppo argentino?
La nuova vita di Alan Duffy a Valladolid
Duffy ha cambiato vita. A feste e balli ha preferito un’esistenza tranquilla a Valladolid, una città della Spagna nord-occidentale. «Non è perché ti chiamano re, devi vivere per forza in un castello», spiega in un’intervista al Pais, raccontando di essersi dovuto abituare, lui argentino, al freddo della Castiglia. «Ho sempre fatto musica solo per divertire e divertirmi», continua Duffy. Guardando indietro, il cantante è consapevole del fatto che il suo successo derivi solo da quella hit, da quel «petardazo musical». E non ha problemi ad ammetterlo. Proprio per questo non si è mai montato la testa. È rimasto la persona di sempre. Festaiola sì, ma dall’animo pacato e tranquillo. La sua filosofia di vita, infatti, la sua vera “bomba”, come lui stesso la definisce, è sempre rimasta la stessa: «Stare tranquillo e vivere bene».
La pandemia, il lockdown e le difficoltà per gli artisti
Nell’intervista, il cantante argentino ha toccato anche la pandemia e le difficoltà che hanno travolto i musicisti durante il lockdown. Restrizioni che lo hanno danneggiato in prima persona e che gli hanno fatto ricordare gli insegnamenti della madre e del nonno: «Tu risparmia, non si può mai sapere quando i soldi ti serviranno davvero». Duffy commenta anche la rabbia dei ristoratori: «Magari potessimo, noi artisti, lavorare anche solo la metà». E le suona a chi non rispetta le regole anti-contagio e proprio non può rinunciare a ballare: «La stupidità non si corregge». «La cultura», mette in chiaro, «la si può apprezzare anche stando seduti e mantenendo le distanze. D’altronde tutti, anche gli anziani, hanno diritto a godersi un concerto».