Corea del Nord, la sorella di Kim al Sud: «In caso di attacco, useremo il nucleare»
La sorella minore del dittatore Kim Jong-un ha risposto alle dichiarazioni del ministro della Difesa sudcoreano Suh Wook. La 34 enne ha spiegato come Pyongyang nel caso in cui subisse un attacco preventivo non esiterebbe a utilizzare le armi nucleari.
In caso di attacco da parte della Corea del Sud, la Corea del Nord utilizzerebbe armi nucleari. Queste le ultime dichiarazioni di Kim Yo-jong, l’influente sorella minore del leader nordcoreano Kim Jong-un, che ha precisato come, pur non avendo alcuna intenzione di iniziare un conflitto, il Paese risponderebbe agli attacchi, lasciando le forze militari avverse in uno stato di «rovina e totale distruzione».
Il botta e risposta tra Kim Yo-jong e il ministro della Difesa Suh Wook
Come riportato dal Guardian, la 34enne, attivamente impegnata in politica e direttrice del dipartimento per l’agitazione e la propaganda del Partito del Lavoro di Corea, ha controbattuto senza mezzi termini alle affermazioni del ministro della Difesa sudcoreano Suh Wook, che avrebbe esaltato le abilità delle forze armate nazionali nel «colpire con accuratezza e rapidità qualsiasi bersaglio nemico con un ampio repertorio di armi in caso di attacco preventivo». Secondo Yo-jong un’osservazione sconsiderata e pericolosa, fatta da «un uomo simile alla feccia», che potrebbe mettere a repentaglio la stabilità del potere e le vite dei civili. La discussione sarebbe da ricondurre, secondo gli esperti, anche ad un esacerbarsi delle tensioni sulla penisola a seguito del primo test di Pyongyang su un missile balistico intercontinentale, lanciato lo scorso mese nel Mar del Giappone, e alle speculazioni che vedrebbero il regime dirottato verso la ripresa dei test nucleari a fine aprile.
Ma non è tutto. In un secondo comunicato stampa, diffuso nel giro di pochi giorni dai media statali, Kim Yo-jong ha tenuto a precisare che la Corea del Nord non vede il Sud come nemico a prescindere. «In poche parole, a meno che non si scaglino contro di noi, non abbiamo alcun motivo per attaccarli», ha spiegato, «ma se, per qualsiasi ragione, che sia una scelta consapevole o fatta sulla scorta di un errore di valutazione, optassero per un’offensiva, la situazione cambierebbe del tutto. E sì, allora si trasformerebbero nel target numero uno». Un avvertimento che mira a scoraggiare Suh Wook, la cui sconfitta secondo la politica sarebbe certa, anche perché il Nord può contare su un arsenale nucleare.

Le pressioni di Kim Jong-un su Corea del Sud e Stati Uniti
Per gli analisti politici, la Corea del Nord avrebbe tentato di mettere pressione su Seul poche settimane prima dell’inizio del mandato del nuovo presidente, il conservatore Yoon Suk-yeol, erede del liberale Moon Jae-in. Ormai vicino all’insediamento, previsto per il 9 maggio, ha promesso di rafforzare le difese del Paese contro gli attacchi missilistici della controparte ma non ha escluso l’idea di voler tentare di instaurare un dialogo con Kim Jong-un. Che, nel frattempo, pare sia intenzionato a mettere alla prova Washington nei prossimi mesi, con nuovi esperimenti missilistici e nucleari (contrari alle sanzioni internazionali e alle direttive dell’ONU). Una provocazione che potrebbe prendere forma il 15 aprile, giorno del centodecimo anniversario dalla nascita di Kim Il-sung, fondatore della nazione, nonché nonno dell’attuale leader, generalmente celebrato con parate militari, test sulle armi e lanci di satelliti.