Se allatti, non Giochi

Redazione
25/06/2021

Negato a Kim Gaucher, atleta della squadra di basket canadese, il permesso di portare la figlia appena nata all'Olimpiade. Il provvedimento stride con l'apertura, pur limitata, degli spalti.

Se allatti, non Giochi

Costretta a scegliere tra la figlia e le Olimpiadi. È quello che è successo alla giocatrice di basket canadese Kim Gaucher che, in un video postato sul suo profilo Instagram, ha raccontato di come i protocolli anti-Covid le impediscano di portare con sé a Tokyo la piccola Sophie per allattarla. Mettendo così a repentaglio la sua partecipazione ai Giochi e il la possibilità di rappresentare, per la terza volta, il Canada.

Per Kim Gaucher nessuna comprensione dagli organizzatori

Come riportato da AP News, la 37enne ha provato, in ogni modo, a cercare appoggio nell’organizzazione ma «nessuno ha saputo darle una risposta, né un sostegno concreto». Esclusa anche l’eventualità di portare con sé in Giappone la famiglia o qualche amico per ricevere assistenza. Un veto, apparentemente, in contrasto con la libertà di spostamento prevista, invece, per giornalisti e sponsor internazionali, che potranno tranquillamente arrivare a Tokyo in aereo. Il provvedimento, inoltre, stride ancora di più con l’apertura degli spalti, pur in numero limitato. «I fan potranno partecipare alle partite, gli stadi saranno riempiti per metà e io non ho il diritto di portare mia figlia neonata?», ha denunciato Gaucher, «Siamo nel 2021. Bisogna fare la differenza. Bisogna normalizzare il fatto che una donna sia contemporaneamente madre e lavoratrice».

 

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Kim Gaucher, la solidarietà della federazione

A schierarsi immediatamente dalla parte dell’atleta il comitato olimpico canadese, che ha richiesto ai vertici dell’evento una deroga alle regole, consentendo a Gaucher di farsi accompagnare dal marito e dalla bambina per poter partire e gareggiare in tranquillità. «Il comitato e Canada Basketball sono coscienti di quanto la situazione sia complicata e hanno intenzione di supportare Kim Gaucher in ogni sua richiesta», si legge in un comunicato stampa pubblicato martedì scorso. «Davanti a qualsiasi altro problema, si sarebbe trovata una soluzione molto più in fretta e senza tutto questo caos. Siamo coscienti della necessità delle misure di contenimento della pandemia e attendiamo con fiducia una risposta, mentre la squadra continua ad allenarsi».

Il Canada è quarto nel ranking mondiale

La prima partita della nazionale femminile canadese, quarta nel ranking mondiale, è prevista per il 26 luglio contro la Serbia. Il team, intanto, ha già iniziato gli allenamenti a Tampa, in Florida, dove le giocatrici si sono trasferite per il ritiro. Compresa Kim che, nel frattempo, sta passando in rassegna altre possibili strategie. «Mi hanno detto di tirarmi tutto il latte possibile ma non ne ho abbastanza. Il mio fisico non reggerebbe a questi ritmi di allattamento e a una preparazione atletica ad alti livelli», ha spiegato la giocatrice. «Abbiamo anche pensato alla possibilità di spedire il latte dal Giappone ma pare sia parecchio complicato. Vedremo».

Mandy Bujold come Kim Gaucher

Ma Kim Gaucher non è l’unica sportiva canadese a battersi per i diritti negati delle madri a Tokyo. La boxeur Mandy Bujold si è rivolta al Tribunale Arbitrale per lo Sport in Svizzera per reclamare il suo diritto di partecipare alle gare olimpiche. La campionessa, due volte medaglia d’oro, si è vista cancellare le qualificazioni di maggio in Argentina a causa della pandemia e, in assenza di altre occasioni utili, gli atleti americani sono stati scelti in base a classifiche stilate sui risultati ottenuti tra il 2018 e il 2019. In totale tre eventi a cui la 33enne, però, non aveva partecipato perché in maternità, dopo la nascita della figlia Kate nel novembre 2018. A supportarla nella sua personale battaglia il campione di pesi massimi Lennox Lewis, l’ex tennista e attivista Billie Jean King e il ministro canadese Steven Guilbeault.