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Wargame

Kherson, stanze di tortura progettate e finanziate dalla Russia

I centri di tortura di Kherson, nell’Ucraina meridionale, sono stati finanziati direttamente da Mosca. Lo sostiene un’indagine internazionale, che parla di un piano a lungo calcolato.

2 Marzo 2023 12:20 Redazione
Camere di tortura a Kherson progettate e finanziate dalla Russia. Lo sostiene un’indagine internazionale, che parla di un piano calcolato.

Lo scorso novembre le truppe ucraine individuarono a Kherson, nel sud del Paese, diverse stanze di tortura. Oggi un team internazionale di avvocati ha scoperto che furono progettate e finanziate direttamente da Mosca. Scoperte dopo la ritirata russa dalla città, rimasta sotto il controllo degli invasori da marzo a novembre 2022, sarebbero simbolo di un piano calcolato per terrorizzare la popolazione e distruggere l’identità nazionale. Al loro interno sono finiti giornalisti, insegnanti e dipendenti pubblici, che hanno subito vessazioni fisiche e psicologiche. E circa 400 di loro sono svaniti nel nulla.

Camere di tortura a Kherson progettate e finanziate dalla Russia. Lo sostiene un’indagine internazionale, che parla di un piano calcolato.
L’interno di una stanza di tortura a Kherson, nel sud dell’Ucraina (Getty)

Cosa avveniva all’interno delle stanze di tortura a Kherson

L’indagine è opera del Mobile Justice, team internazionale di avvocati finanziato da Regno Unito, Unione europea e Stati Uniti. Dalla sua istituzione nel maggio scorso è al lavoro sul territorio ucraino per perseguire i presunti crimini di guerra russi dall’inizio dell’invasione. In un recente report il team ha dichiarato che le circa 20 stanze di tortura a Kherson sarebbero state realizzate con i fondi diretti di Mosca. «Sono parte di un piano di lunga data per soggiogare la popolazione, eliminare la resistenza e distruggere l’identità nazionale», ha detto il britannico Wayne Jordash, fra gli autori dello studio. Gran parte delle camere sorgevano all’interno di ex uffici pubblici o in strutture di detenzione. La gestione dei centri era in mano ai servizi segreti dell’Fsb, che avrebbero fatto affidamento anche su collaboratori locali. Nessuno è però riuscito a vedere in volto i soldati, in quanto indossavano costantemente uniformi nere e passamontagna.

Camere di tortura a Kherson progettate e finanziate dalla Russia. Lo sostiene un’indagine internazionale, che parla di un piano calcolato.
Alcune scritte sui muri da parte dei soldati russi nelle stanze di tortura (Getty)

Fondamentali per la ricostruzione del Mobile Justice sono state le testimonianze di mille superstiti ucraini. Fra i prigionieri delle stanze di tortura c’erano vari attivisti di Kyiv, oltre a giornalisti, dipendenti pubblici e persino insegnanti. I soldati di Mosca infatti arrestavano chiunque trovassero in giro, con l’accusa di possedere materiale pro-Ucraina sul proprio smartphone. Quanto alle torture, hanno descritto vessazioni sia fisiche sia psicologiche. Uomini e donne avrebbero subito percosse, violente scosse elettriche e persino waterboarding, una tecnica di tortura che simula l’annegamento. Durante la prigionia, dovevano inoltre imparare a recitare a memoria slogan, canzoni e poesie inneggianti al Cremlino e a Mosca. Molti prigionieri sono riusciti a salvarsi, ma circa 400 di loro sono svaniti nel nulla. Si pensa possano essere stati deportati in Russia o uccisi.

LEGGI ANCHE: Guerra in Ucraina, un anno dall’inizio dell’invasione russa: il punto

Tag:Crisi ucraina
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