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Il Burioni di Scholz

Cinquantotto anni, epidemiologo, Karl Lauterbach è il neoministro alla Sanità tedesco. Popolare in tv e sui social, avrà il compito di affrontare la quarta ondata e gestire l’obbligo vaccinale sul personale sanitario e forse sul resto della popolazione.

7 Dicembre 2021 12:487 Dicembre 2021 13:35 Redazione
Cinquantotto anni, epidemiologo. Chi è Karl Lauterbach, neoministro alla sanità tedesco chiamato ad affrontare la sfida Covid

Con il lockdown di fatto per i no vax e l’obbligo vaccinale all’orizzonte, Karl Lauterbach avrà diverse gatte da pelare. È lui, neoministro alla Sanità, il volto davvero nuovo dell’esecutivo tedesco guidato da Olaf Scholz. Medico, cinquantotto anni, in piena quarta ondata è chiamato a raccogliere l’eredità di Jens Spahn, il predecessore esponente del Cdu, è stato tra i primi a salutarne la nomina. Nato nel 1963 a Düren, in Renania Settentrionale, Lauterbach  proviene «da una famiglia di lavoratori», a cui sul suo sito rivendica con orgoglio di appartenere. Sul podio della Willy Brandt Haus lunedì si è presentato senza cravatta, ma forte di un grande amore popolare. «In molti, si auguravano che il prossimo ministro fosse un esperto in materia, veramente capace e, soprattutto, si chiamasse Karl Lauterbach». L’investitura è arrivata direttamente dal neocancelliere: gratificante certo, ma anche di quelle che fanno rima con responsabilità.

Nikolaus ist, wenn Wünsche erfüllt werden. Ihr wolltet ihn – ihr kriegt ihn.

Gesundheitsminister @Karl_Lauterbach! 💉

— Kevin Kühnert (@KuehniKev) December 6, 2021


Anche perché se c’era qualcuno scettico sulla nomina di Lauterbach pare fosse proprio Scholz. Acqua passata evidentemente, mentre su Twitter, i dubbi lasciavano il posto ai toni entusiastici del futuro segretario Generale della Spd Kevin Kühnert: «È Natale quando vengono esauditi i desideri, lo volevate, lo avete». Un plebiscito dunque, o forse no. Perché diverse voci contrarie si erano levate proprio all’interno del partito del quale tra il 2013 e il 2020 fu sostituto capo frazione parlamentare. Ancora più spietati sono stati gli avversari: «I talkshow adesso dovranno rinunciare alla sua presenza», ha dichiarato il liberale Walter Kubicki. Persino più dura Alice Weidel dell’AfD: «Peggio di così per la Germania non poteva andare».

Karl Lauterbach, la promessa al personale sanitario del neoministro

Sarà il tempo a stabilire torti e ragioni. Intanto c’è mantenere la promessa fatta al personale degli ospedali, ribadita al momento dell’investitura: «Rafforzeremo il sistema sanitario, senza riduzione delle prestazioni». Fiducia come parola d’ordine, nonostante la quarta ondata picchi forte e pure nel caso in cui «dovesse durare più a lungo del previsto». Perché, dice sicuro, «il Paese ha la capacità di superarla». Dalla sua c’è un avvenire probabilmente meno fosco rispetto ai giorni scorsi: l’incidenza dei casi sembra di minuire e se il trend dovesse essere confermato «i tedeschi potrebbero non essere costretti a rinunciare ai viaggi di Natale». Tutto, naturalmente, a patto di vaccinarsi. Come ha confermato sui social, dove ha postato un grafico con i dati di Israele, puntando l’attenzione sull’elevato numero di morti evitate grazie alle somministrazioni e a una rapida campagna di richiami: «Imitarli sarà il nostro obiettivo nel futuro prossimo». Aspetto su cui la continuità con il governo Merkel appare evidente.

Die Grafik zeigt, wie viele Covid Todesfälle in Israel durch die frühe Boosterkampagne verhindert worden sind. Das muss uns auch in den nächsten Wochen gelingen. https://t.co/rozoR1g3nc

— Karl Lauterbach (@Karl_Lauterbach) December 5, 2021

Le sfide che attendono il neoministro alla sanità tedesco Lauterbach

Tra gli altri, avrà compito di portare a termine il processo per l’obbligatorietà dell’inoculazione al personale sanitario, ma anche di valutare e gestire l’eventuale allargamento all’intera società. Non solo, perché ci sono da sistemare l’assistenza agli anziani e superare gli scetticismi del vaccino sui bambini, di cui Luterbach appare comunque fervente sostenitore: «Cinque milioni di vaccinazioni sugli under 11 e nemmeno un caso di miocardite, probabilmente l’effetto collaterale più grave. È una buona notizia per i nostri bambini», ha cinguettato. Attività piuttosto frequente, incentivata dal grande numero di follower sulla piattaforma, dove in 700 mila pendono dalle sue labbra. Un pubblico con cui condivide notizie, ma anche qualche gaffe. In primavera si inimicò gli spagnoli per la contestazione dei casi di Mallorca, a suo dire tenuti bassi per non pregiudicare la stagione turistica. Ma la lista è lunga e spesso colma di ritrattazioni. È accaduto in riferimento alla variante Delta, colpevole, spiegava, di aver aumentato il numero dei ricoveri tra i bambini. E, in generale al Covid, che favorirebbe l’invecchiamento. Pandemia, ma non solo. In lista c’è la liberalizzazione della cannabis, supportata da argomentazioni dubbie. Ad esempio la necessità di evitare il commercio in strada, «dove viene mischiata all’eroina». Una teoria curiosa e smentita dagli inquirenti.

Diese Daten sind sehr wichtig. 5 Mio geimpfte Kinder 5-11 ohne einen einzigen Fall von Myokarditis, was die wahrscheinlichste schwere Nebenwirkung wäre. Das ist eine gute Nachricht für unsere Kinder. https://t.co/0d85T7XwoX

— Karl Lauterbach (@Karl_Lauterbach) December 5, 2021

La carriera politica, in corsia e accademica di Lauterbach

Eletto al Bundestag nel 2005 grazie ai voti raccolti nella circoscrizione di Colonia Mülheim e Leverkusen, prima ancora era stato membro della Commissione Rürup, con l’obiettivo di dar vita a un sistema di finanziamento sostenibile dell’assistenza alla sicurezza sociale. Lauterbach era anche nel gruppo incaricato di costituire il Bürgerversicherung, un’assicurazione sociale aperta a tutti, tale superare la spaccatura tra sistemi mutualistici privati e sistema pubblico, ma rimasta nel catalogo delle incompiute. Una carriera politica bilanciata con l’impegno in corsia. Epidemiologo, è professore in congedo di Economia della Sanità all’università di Colonia. La formazione invece è il frutto di un mix di esperienze maturate tra Aquisgrana, Düsseldorf, Sant’Antonio e Harvard, dove dal 2008 è professore aggiunto di politica sanitaria e management. Un curriculum di primo piano che adesso dovra spendere per traghettare la Germania fuori dalla pandemia.

 

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