Non sono bastati Messi, Neymar e Mbappé. Nemmeno i soldi degli sceicchi, la vittoria della gara d’andata e il vantaggio provvisorio in quella di ritorno. Il Paris Saint Germain saluta la Champions League travolto dal Real Madrid e dai gol di uno scatenato Karim Benzema. Che a 34 anni passati ha la voglia di un ragazzino e i colpi del centravanti vero. La tripletta messa insieme in appena sedici minuti è la più vecchia della competizione, un condensato di determinazione, classe e opportunismo. Qualità indispensabili per un attaccante, ma sempre più rare nel calcio moderno, dove si cerca la manovra in maniera spasmodica. Anche a costo di perdere di vista l’obiettivo principale della partita: gonfiare la rete. Così ci si stupisce in fretta di fronte a un campione capace, per farla facile e citare il suo connazionale Rudi Garcia, «di rimettere la chiesa al centro del villaggio». Traduzione, ogni cosa nel posto in cui dovrebbe stare. La palla in porta.
Karim Benzema, terzo miglior marcatore nella storia del Real Madrid
Carlo Ancelotti, mister da cinque coppe campioni – due da giocatore, tre in panchina – e i Blancos ringraziano. Donnarumma, invece, per un po’ si mangerà le mani. Colpa del grave errore che da il via alla rimonta degli spagnoli e condanna i francesi. Ma a scaraventare la croce addosso a Gigio si farebbe indirettamente un torto proprio alla prestazione monstre di Benzema, il cui primo acuto arriva al 24 esimo del primo tempo, con una conclusione dal limite fuori di un soffio. Al triplice fischio i gol, invece, saranno tre, manifesto di un repertorio completo: 309 in totale da quando veste la maglia dei Galacticos. Li ha accumulati in quasi 13 anni. Superato Alfredo Di Stefano, meglio di lui hanno fatto solo Raul con 323 centri e un irraggiungibile Cristiano Ronaldo, fermo a quota 450. «I numeri mi riempiono d’orgoglio, ma non ho intenzione di fermarmi. Voglio segnare ancora e ancora», ha dichiarato raggiante a fine partita.

Gli esordi di Benzema con il Lione e l’arrivo al Real Madrid
Nato a Lione, di origini algerine, ha la doppia cittadinanza e ad appena 16 anni ha esordito in Ligue1 con la maglia dell’Ol. In un percorso di crescita costante, nel 2008 era già capocannoniere del campionato, aveva messo quattro scudetti in bacheca. Una sera lo chiamò il padre, gli disse di tornare subito a casa. Detto fatto, varcata la soglia si ritrovò Florentino Perez in salotto. Il presidente del Real Madrid lo voleva alla sua corte, ennesima gemma di una campagna acquisti che nell’estate 2009 avrebbe portato a vestirsi di Bianco Cristiano Ronaldo, Kaka, Xabi Alonso e Raul Albiol. Di quella colonia di fenomeni, oggi, è rimasto solo lui. Bandiera si usa dire. E pensare che inizialmente faceva il turn over con Gonzalo Higuain, altro classe 1987, poi l’argentino prese la via di Napoli e la maglia di centravanti non fu più in discussione. Offuscato, e neanche troppo, dai numeri di Cr7, gli è bastato, lo ha ripetuto più volte, «giocare e segnare con continuità nel Real Madrid». Il sogno di ogni bambino che tira calci al pallone. E a adesso lo vede come un modello. Non a caso per tutti è Karim The Dream.

Lo scandalo Valbuena e il rapporto complicato con la nazionale
In una storia di successo, si inserisce il neo del convulso rapporto con la Nazionale francese, con cui ha pure segnato 36 gol in 94 presenze. Benzema nel 2004 fu campione d’Europa under 20, nel 2021 vinse la Nations League, ormai reintegrato in pianta stabile. Nel mezzo, 17 anni di tira e molla su cui ha pesato enormemente lo scandalo Valbuena, per il quale a dicembre è stato condannato a un anno di detenzione con la sospensiva e al pagamento di 75 mila euro. La vicenda era iniziata sei anni prima. Nel 2015 Valbuena denunciò alcune chiamate anonime ricevute mentre era in ritiro con i Blues. Gli venivano chiesti 150 mila euro per non diffondere un video hot girato con la compagna. Nel racconto il centravanti del Real Madrid avrebbe fatto pressioni per convincere il compagno a pagare. Inaccettabile per i vertici della federazione e per il tecnico di Didier Deschamps, che per sei anni gli anni gli chiusero in faccia le porte di una Francia che intanto era diventata persino campione del mondo.

La provocazione di Benzema: «Giocherò con l’Algeria»
Una rottura accompagnata dalla provocazione di sposare addirittura la causa algerina: «Solo io posso mettere termine alla mia carriera in nazionale», disse furioso Benzema. «Ma se lei pensa (rivolgendosi al presidente della federazione Le Graet ndr) che sia finita, allora mi lasci giocare per dei Paesi per cui sono ancora convocabile e vedremo». Sul paradosso del calciatore in grado di vincere quattro Champions e altrettanti trofei intercontinentali, ma bandito dai Blues si inserì anche Zinedine Zidane: «È un caos totale, uno spreco incredibile. Privarsi della presenza di uno dei migliori giocatori del mondo è una situazione che nessuno può capire». Un interrogativo sul quale, per fortuna, adesso non ci sarà più bisogno di arrovellarsi.