«Amo la Russia e sottoscrivo ogni parola. Non mi pento di nulla». Così Vladimir Kara-Murza, fra i maggiori oppositori politici di Vladimir Putin, dopo che la scorsa settimana il pubblico ministero ha chiesto per lui 25 anni di carcere. Lo ha riferito il suo avvocato, Maria Elsmont, in una dichiarazione pubblicata sul canale Telegram del giornalista Alexei Veneditkov. La sentenza è prevista per lunedì 17 aprile a porte chiuse e senza la presenza dell’imputato, debilitato da salute precaria. In custodia cautelare da un anno esatto per alto tradimento e diffusione di false notizie contro l’esercito, per l’accusa il giornalista ha cooperato con i Paesi della Nato contro la Russia. A lungo braccio destro di Boris Nemtsov, politico freddato nel 2015 vicino al Cremlino, Kara-Murza è sopravvissuto a due tentativi di avvelenamento. Lo scorso ottobre ha ricevuto il premio Vaclav per i diritti umani dal Consiglio d’Europa.
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Kara-Murza, le principali accuse e le dichiarazioni del politico e giornalista russo
L’arresto di Vladimir Kara-Murza risale all’11 aprile 2022, quando la polizia gli tese un’imboscata fuori dalla sua abitazione di Mosca. Quello stesso giorno la Cnn pubblicava un’intervista in cui il politico russo definiva il governo un «regime di assassini» che sarebbe caduto per le conseguenze dell’invasione in Ucraina. Dopo soli 11 giorni, un tribunale russo lo ha accusato di aver diffuso notizie false in merito all’esercito impegnato contro le forze di Kyiv. A marzo, durante un discorso alla Camera dei rappresentanti dello Stato dell’Arizona negli Usa aveva accusato le truppe di Mosca di aver bombardato aree residenziali, ospedali e scuole. Fra le accuse anche l’alto tradimento, perseguibile secondo la legge russa con 20 anni di carcere, e la collaborazione con un’ong malvista nel Paese.

«Sono orgoglioso di tutto», ha detto alla corte Kara-Murza. «Il mio unico rimpianto è non aver convinto abbastanza compatrioti del pericolo che l’attuale regime rappresenta per la Russia e il mondo intero». La sentenza è attesa per lunedì 17 aprile, ma il verdetto sembra già scritto. «So quello che succederà», ha proseguito il politico e giornalista, come riporta il Moscow Times. «Pago per il mancato silenzio». Kara-Murza, che avrebbe perso 17 chili nei 12 mesi di prigionia, non sarà presente alla lettura della sentenza che avverrà a porte chiuse. Dopo l’omicidio di Nemtsov, ha subito due tentativi di avvelenamento nel 2015 e nel 2017, finendo in terapia intensiva e in coma. Due casi per cui nessuno ha mai aperto un’indagine, confermando il coinvolgimento dell’Fsb russo. «Verrà il giorno in cui il buio finirà», ha concluso Kara-Murza. «Allora la guerra si chiamerà guerra e l’usurpatore avrà il nome di usurpatore».