In Ucraina si è ormai giunti all’85esimo giorno di conflitto. Al momento la battaglia con le forze armate russe si concentra in particolare nel sud e nell’est del Paese. Epicentro resta ancora l’acciaieria Azovstal di Mariupol. Nonostante i mille combattenti arresi, all’interno dell’impianto sono rimasti fino all’ultimo alcuni irriducibili del battaglione Azov e i loro comandanti. Kalina è stato tra gli ultimi a lasciare l’impianto: si è arreso ieri sera alle 21.
Kalina, il vicecomandante di Azov, si è arreso ai russi
Il vice comandante del reggimento Azov, Svyatoslav Palamar, soprannominato Kalina, ha lasciato l’acciaieria Azovstal e si è arreso. Lo ha annunciato il comandante militare Dmitry Steshin. “Kalina ha lasciato Azovstal ieri sera alle 21“, ha detto un suo compagno. Palamr è il primo soldato di alto grado ad arrendersi. Ieri il leader della Repubblica separatista di Donetsk, Denis Pushilin aveva dichiarato che fra i mille ad alzare bandiera bianca all’acciaieria non c’era nessun comandante. Intanto, alcuni rappresentanti della Croce Rossa hanno visitato il carcere di Olenivka, in territorio controllato dai separatisti filorussi, dove sono detenuti i militari ucraini dell’Azovstal.

Le novità più importanti arrivano però dal fronte diplomatico. Ieri Finlandia e Svezia hanno chiesto ufficialmente l’adesione alla Nato, richiesta che al momento si scontra col ‘no’ preannunciato dal presidente turco Erdogan, contrario a dare il via libera ai due Paesi scandinavi che ospitano i “terroristi” del PKK.
Sempre ieri Mosca ha comunicato l’espulsione entro otto giorni di 24 diplomatici italiani, 34 diplomatici francesi e 27 spagnoli. Una ritorsione contro i provvedimenti simili presi dai tre governi europei nelle scorse settimane.
