Russia, cosa c’è dietro gli attacchi di Kadyrov e Prigozhin a esercito e Difesa

Redazione
05/10/2022

Il fondatore della Wagner Prigozhin e il ceceno Kadyrov da tempo criticano i vertici militari. Il loro vero obiettivo però è togliere di mezzo il ministro della Difesa Shoigu che ha tagliato i contratti della società di mercenari e frena l'escalation in Ucraina. Un piano appoggiato dai falchi Mironov e Dyumin ansiosi di fare carriera nell'amministrazione.

Russia, cosa c’è dietro gli attacchi di Kadyrov e Prigozhin a esercito e Difesa

Gettare discredito sulle forze armate russe può costare l’arresto a qualsiasi cittadino della Federazione. Ma non a Ramzan Kadyrov e a Yevgeny Prigozhin, rispettivamente il leader della Cecenia e lo “chef di Putin”, fondatore delle brigate di mercenari Wagner. Entrambi infatti hanno pubblicamente criticato la strategia che ha portato alla ritirata in molte zone del Donbass e il ministero della Difesa senza che il Cremlino muovesse un dito.

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Vladimir Putin e Ramzan Kadyrov (Getty Images).

Le critiche di Kadyrov al generale Lapin per la disfatta di Lyman

Kadyrov, lo stesso che ha dichiarato orgogliosamente che manderà i tre figli minorenni al fronte e che si è commosso durante il discorso di Putin sull’annessione, parlando della recente ritirata dalla città di Lyman, nel Donetsk, ha fatto nomi e cognomi, puntando il dito contro il colonnello generale Alexander Lapin, colpevole a suo dire di non aver fornito alle truppe «le comunicazioni e le munizioni necessarie». Kadyrov ha anche ricordato che lo scorso luglio Lapin era stato insignito dell’onoreficenza Eroe della Russia per la presa di Lysychansk, nel Lugansk, anche se, ha affondato, «non si trovava sul campo». Lapin, insomma, è una «mediocrità coperta dai vertici dello stato maggiore». Non solo. Il leader ceceno si è lamentato anche del nepotismo militare che vige nell’esercito ed è tra i falchi che spingono per un attacco nucleare tattico in Ucraina.

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Kadyrov, come sottolinea Meduza, è in buona compagnia. Le sue accuse ai vertici militari e della Difesa considerati i veri responsabili della débâcle russa sono condivise dal businessman di San Pietroburgo Yevgeny Prigozhin, creatore della Wagner e attivamente coinvolto nelle operazioni in Ucraina. Già prima della mobilitazione infatti, come denunciato da alcune organizzazioni umanitarie e dall’intelligence di Kyiv, avrebbe reclutato detenuti nelle carceri con la promessa di ottenere la grazia dopo sei mesi di servizio. «Il tono delle dichiarazioni di Kadyrov, ovviamente, non è affatto nel mio stile», si legge in un comunicato della Concord, la società di catering di Prigozhin. «Ma posso dire Ramzan, bello, vai».

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Yevgeny Prigozhin e Putin nel 2007 (Getty Images).

Kadyrov e Prigozhin fanno parte dei falchi che volano sul Cremlino

Non è la prima volta che Kadyrov attacca frontalmente il ministero della Difesa e trova una sponda in Prigozhin. Il 24 settembre per esempio il leader ceceno si era espresso a favore della chiamata al fronte del 50 per cento delle forze russe, e il numero uno della Wagner si era affrettato a dargli ragione. Secondo fonti vicine al Cremlino sentite da Meduza queste uscite sincronizzate non sono una coincidenza. Sia Kadyrov sia Prigozhin appartengono all’ala più radicale del partito della guerra che sostiene la necessità di una ulteriore escalation in Ucraina. Lo stesso partito che ha spinto Putin ad annettere immediatamente i territori occupati nonostante non fossero completamente sotto controllo e che ora sta facendo pressione per la mobilitazione totale.

Il tornaconto personale dei due guerrafondai

Accuse e critiche che non sono, almeno secondo le fonti sentite dal sito indipendente, totalmente disinteressate. Prigozhin è una “vecchia conoscenza” del ministro della Difesa Sergei Shoigu. Già prima dell’invasione, nel corso di una riunione al ministero, tra i due c’era stato un confronto verbale acceso con espressioni ben poco istituzionali. Non è poi un mistero che negli ultimi anni Prigozhin abbia perso una quota significativa di contratti statali. Ora lo chef di Putin torna all’attacco criticando l’arretratezza dell’esercito di fronte all’efficienza della Wagner. Annotazioni ovviamente ben poco apprezzate da Shoigu e dai suoi generali. Kadyrov non è stato da meno. Subito dopo l’inizio della cosiddetta operazione militare speciale ha elogiato le unità cecene a suo dire molto più efficaci dell’esercito russo nel suo insieme e pronte «a prendere Kyiv come ordinato da Putin» in pochi giorni. Il Cremlino dal canto suo ha glissato sulle uscite, senza smentire o correggere i due falchi. Anzi. Putin apprezza il “lavoro” dei ceceni e della Wagner. E dopo la controffensiva di Kyiv starebbe seriamente considerando strategie di guerra alternative. Proprio come quelle proposte da Prigozhin e Kadyrov. I due poi trovano sostenitori tra le ex guardie del corpo di Putin Alexei Dyumin attuale governatore di Tula e Dmitry Mironov, già governatore della regione di Yaroslav e ora collaboratore del presidente. Sia Dyumin che Mironov hanno avuto contatti con Prigozhin e Kadyrov, tanto che quest’ultimo considera Dyumin suo «fratello maggiore».

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Dmitry Mironov, ex governatore della regione di Yaroslav.

Il ruolo di Dyumin e Mironov per silurare il ministro della Difesa Shoigu

Anche Dyumin e Mironov poi avrebbero tutto da guadagnare da un eventuale siluramento di Shoigu. La débâcle delle truppe al fronte è così l’occasione per fare il salto di qualità all’interno della nomenklatura. Entrambi non solo hanno prestato servizio nel Servizio di protezione federale – l’agenzia governativa che si occupa della protezione di numerosi funzionari tra cui il presidente –  ma hanno rivestito incarichi di rilievo nel governo: Mironov è stato vice ministro degli Affari Interni e Dyumin vice di Shoigu alla Difesa. Con Shoigu però il rapporto si sarebbe deteriorato. Il ministro infatti temeva Dyumin gli volesse fare le scarpe e così ha lavorato affinché fosse spedito a Tula. Dyumin e Mironov restano però due “riserve” per la Federazione. Dopo l’esperienza da governatori, per loro si prospettava un avanzamento di carriera nell’amministrazione federale. Dyumin addirittura nel 2017 era dato tra i papabili alla successione di Putin. Tuttavia la loro carriera ha subito una battuta d’arresto. Secondo fonti vicine al Cremlino, Dyumin scalpita per tornare alla Difesa, ma questa volta da numero uno. Un rimpasto che Prigozhin e Kadyrov sono pronti a sostenere. Il primo perché in cambio del supporto spera di riprendere i contratti saltati con Shoigu, il secondo perché un nuovo ministro potrebbe optare per una escalation in Ucraina. Un piano ‘perfetto’ che però non tiene conto delle volontà di Putin. Il presidente infatti è noto per essere conservativo nelle decisioni sul “personale” ed è improbabile che dia il suo ok a un rimpasto di governo proprio mentre il ministero della Difesa è nell’occhio del ciclone. Improbabile, appunto. Ma non impossibile.

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Il governatore di Tula Alexei Dyumin e Putin (Getty Images).