Il Consiglio di Stato ha bocciato il ricorso della Federcalcio contro la decisione del Tar del Lazio – datata 7 marzo – di mettere a disposizione la carta segreta Covisoc richiesta dalla Juventus per il caso plusvalenze. Il ricorso presentato dal presidente federale Gabriele Gravina è stato giudicato «improcedibile» perché la materia del contendere, ovvero la carta in questione, è già stata consegnata.
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Le motivazioni della sentenza
Nelle motivazioni della sentenza si legge infatti che il Consiglio di Stato ha preso questa decisione «ritenuto che l’ostensione, in pendenza di giudizio, del documento, determinandone la discovery, è incompatibile con la persistenza dell’interesse alla decisione del merito della controversia avente ad oggetto proprio la riproposizione delle ragioni a sostegno del diniego». Il presidente federale Gabriele Gravina aveva presentato ricorso contro la decisione del Consiglio di Stato, datata 23 marzo scorso, sull’obbligo della Figc di mettere a disposizione dei legali della Juventus il documento, come espresso anche dal Tar.

Appuntamento in aula il 19 aprile
La Juventus ha dunque ottenuto la possibilità di poter leggere la carta segreta, documento contenente i dialoghi fra gli inquirenti e appunto la Covisoc, che secondo al difesa potrebbe scardinare l’intero procedimento. Un’arma in più da usare nell’udienza del 19 aprile davanti al Collegio di garanzia del Coni, che deciderà sui 15 punti di penalizzazione in classifica inflitta al club bianconero. Con questa carta – in cui però non viene citata – la Juventus vorrebbe dimostrare che l’inchiesta sportiva era iniziata già prima della comunicazione ufficiale, violando in questo modo le tempistiche imposte dalla procedura e configurando dunque un vizio di forma capace di invalidare la sentenza della Corte Federale d’Appello.
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