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Juventus, chiesto il processo per l’ex presidente Agnelli e altri 11 dirigenti

Rinviati a giudizio lo stesso club e 12 indagati. Contestati i reati di false comunicazioni sociali (in relazione ai bilanci 2018/2019 e 2020), ostacolo alla vigilanza Consob, aggiotaggio e false fatturazioni. 

1 Dicembre 2022 14:48 Debora Faravelli
L'ex presidente della Juventus Andrea Agnelli, altri 11 dirigenti e il club stesso andranno a processo a Torino.

Non si placa il terremoto in casa Juve. Dopo le dimissioni di Andrea Agnelli e del Consiglio di Amministrazione, la Procura di Torino ha depositato una richiesta di rinvio a giudizio per i vertici del club. Il provvedimento riguarda, oltre all’ex presidente, l’ex vice presidente Pavel Nedved, l’ex ad Maurizio Arrivabene e altri nove indagati (Fabio Paratici, Marco Re, Stefano Bertola, Stefano Cerrato, Cesare Gabasio, Francesco Roncaglio, Enrico Vellano, Stefania Boschetti e Roberto Grossi). Imputata anche la società stessa intesa come persona giuridica. Fuori dalla scena, invece, i tre componenti dell’ex collegio sindacale – il presidente Paolo Piccatti, Nicoletta Paracchini e Silvia Lirici – ritenuti estranei alle accuse. Per loro verrà chiesta l’archiviazione.

Andrea Agnelli e Pavel Nedved (Getty Images)

Agnelli e i dirigenti Juventus a processo

Il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i sostituti Mario Bendoni e Ciro Santoriello hanno contestato, a vario titolo, i reati di false comunicazioni sociali (in relazione ai bilanci 2018/2019 e 2020), ostacolo alla vigilanza Consob, aggiotaggio e false fatturazioni.

L’inchiesta, avviata nell’estate del 2021 e conclusasi nell’ottobre di quest’anno, mette sotto accusa le presunte «plusvalenze artificiali» per le operazioni di scambio di calciatori con altre società calcistiche e la cosiddetta «manovra stipendi», vale a dire i presunti accordi segreti con i giocatori per dilazionare il pagamento di quattro mensilità di stipendio per le stagioni 2019/20 e 2020/21.

Andrea Agnelli (Getty Images)

Contestate plusvalenze per 155 milioni 

Nelle contestazioni si evidenzia che, senza il maquillage finanziario, il patrimonio netto della società avrebbe registrato un passivo molto superiore rispetto a quello approvato dal consiglio di amministrazione. In particolare, si contestano plusvalenze per 155 milioni di euro e risparmi «fittizi» relativi alle manovre stipendi pari a 67 milioni di euro, 34 dei quali non contabilizzati nei bilanci. Tra gli accordi segreti con i calciatori figura anche la «carta segreta» di Cristiano Ronaldo – quella che «non deve esistere», secondo quanto emerso nelle intercettazioni -, che da sola vale più di 19 milioni.

 

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