Juventus, operazione Prisma: Dybala il primo calciatore convocato in Procura
A tre giorni dalla definitiva rottura con il club, che saluterà a luglio, l'argentino è stato chiamato dai pm come persona informata dei fatti. Tra i calciatori è il primo testimone coinvolto nell'inchiesta.
Una settimana particolare tanto per la Juventus quanto per Paulo Dybala. Mentre i rapporti con il numero 10 si sono logorati a tal punto da rompersi, con il mancato rinnovo e l’addio annunciato a parametro zero per la prossima estate, l’argentino è stato il primo ad essere chiamato in Procura come testimone nell’ambito dell’inchiesta Prisma. Il calciatore non è indagato ma è stato sentito come persona informata dei fatti. La sua testimonianza sarà inserita all’interno del filone legato agli accordi sulla riduzione degli stipendi raggiunti in pandemia da alcuni calciatori.

Operazione Prisma: Dybala primo testimone tra i calciatori
E così proprio Paulo Dybala, che dal prossimo luglio volerà lontano da Torino e si separerà dalla Juventus, è stato il primo tra i calciatori chiamati a testimoniare. Prima dell’argentino sono stati chiamati anche diversi procuratori e avvocati di altri membri del gruppo squadra. Tutto nasce dalle perquisizioni di ieri. I pm Ciro Sartoriello, Mario Bendoni e l’aggiunto Marco Gianoglio stanno cercando di vederci chiaro sulle accuse di falso in bilancio su cui si indaga ormai da mesi. Un elemento fondamentale potrebbe essere rappresentato dagli accordi pattuiti tra club e calciatori sul taglio degli stipendi in pandemia.

Dybala in procura alle 15
Paulo Dybala è arrivato intorno alle 15 per l’audizione di fronte ai magistrati. Saltato così l’allenamento con la squadra, il primo dopo la rottura con la società avvenuto lunedì scorso. L’argentino è uno dei calciatori con cui la Juventus si è accordato, durante il primo lockdown del 2020, per la riduzione di quattro mensilità di stipendio da reintegrare negli anni successivi. Una manovra che secondo i pm sarebbe stata portata a termine in maniera scorretta, con l’inserimento sbagliato nel bilancio. Proprio la questione relativa ai calciatori e ai loro stipendi durante la pandemia potrebbe essere cruciale per l’accusa di falso in bilancio mossa contro la società. La Procura vorrebbe chiudere l’operazione entro la primavera.