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Rivoluzione Juventus, John Elkann pensa a Lapo per il dopo Agnelli

Fallito il tentativo di vendere la Juventus a un fondo arabo e piazzare al posto di Agnelli il cugino Nasi, John Elkann starebbe pensando al fratello per la presidenza. Exor smentisce, ma la scelta sarebbe il risultato di una gestione che da tempo non convince.

30 Marzo 2022 16:5630 Marzo 2022 17:06 Giovanni Sofia
Dopo aver provato a vendere la società John Elkann starebbe pensando al fratello Lapo per sostituire Andrea Angelli alla Juventus

Fino a qualche tempo fa c’era il campo a dare ragione alla gestione targata Andrea Agnelli. Il nuovo corso juventino dopo un periodo di fisiologico assestamento, a partire dal 2011 aveva riportato i bianconeri ai vertici del calcio italiano. Il ritorno di Antonio Conte, nelle vesti di allenatore, si rivelò scelta azzeccata, fondamentale per rispolverare il Dna di una squadra abituata a vincere. Anche l’addio del mister leccese, per quanto chiacchierato, fu metabolizzato in fretta, grazie a Massimiliano Allegri e soprattutto ai tanti successi, panacea, specie nello sport, di ogni male. Persino la Champions, eterna balena bianca è apparsa, a un certo punto, piuttosto vicina. Due finali perse contro Barcellona (2015) e Real Madrid (2017) diedero all’ambiente la convinzione che mancasse davvero poco per raggiungere il bottino più ambito. Col senno di poi, forse, fu proprio quello il momento in cui le cose cominciarono a cambiare, stavolta in peggio.

Oggi, la barca sembra piena di falle e la situazione inizierebbe ai infastidire i piani altissimi del club. Gaffe e problemi, sul prato verde e fuori, avrebbero indotto John Elkann, amministratore delegato di Exor Nv, attraverso cui detiene il 60 per cento della Juventus, a tentare di vendere lo storico giocattolo di famiglia. Che offerto a un fondo arabo, tuttavia, sarebbe stato rispedito al mittente. Così si è fatta largo l’ipotesi del cambio della guardia con il cugino Alessandro Nasi a prendere il posto di Andrea Agnelli. Ma anche qui il diretto interessato ha ritenuto di non dare seguito alla richiesta. A questo punto John Elkann ha pensato di virare per la presidenza sul fratello Lapo, da sempre accanito sostenitore della Juventus cui non ha mai fatto mancare il suo sostegno anche nei momenti più difficili. Essendo società quotata, Exor ha smentito la notizia, del resto quella del cambio della guardia è una prospettiva a medio termine. In tal senso, una svolta importante potrebbe arrivare dalle indagini della Procura torinese sul dossier plusvalenze che vede per protagonista la squadra torinese. Ma non è certo da oggi che Elkann ha manifestato segni di insofferenza verso la gestione del cugino Andrea. Lo testimonia ulteriormente il severo atteggiamento dei giornali controllati dal Gruppo Gedi, Repubblica e Stampa, proprio sul caso plusvalenze che ha travolto di recente i bianconeri.

Dopo aver provato a vendere la società John Elkann starebbe pensando al fratello Lapo per sostituire Andrea Angelli alla Juventus
John e Lapo Elkann (Getty)

I problemi sul campo della Juventus

Sul campo poi come accennato, le cose non funzionano da un po’. L’ossessione Champions si è rivelata sul lungo periodo un boomerang. L’acquisto di Ronaldo, nell’estate 2018, doveva rappresentare il tassello finale per il definitivo salto di qualità. L’innesto indispensabile per alzare l’agognata coppa dalle grandi orecchie. Per lui furono versati oltre 100 milioni, ingaggio escluso, rendendolo, nonostante i 33 anni, l’acquisto più costoso nella storia della Serie A. Cr7, dal canto suo, ha permesso ai bianconeri di confermarsi ai vertici nazionali, ma in Europa la musica non è cambiata e l’approdo a Torino, visto adesso, ha probabilmente interrotto il percorso di crescita graduale di cui i bianconeri di Andrea Agnelli si erano resi fin li protagonisti. I numeri, in quanto a gol, ovviamente non fotografano un fallimento. Tutt’altro. Ma i risultati sono stati esattamente identici a quelli raggiunti senza il campione portoghese. Anzi, nelle tre stagioni con lui, la Juventus si è fermata due volte agli ottavi e una quarti di Champions.

E ultimamente la situazione è peggiorata pure in Italia: l’ultimo a vincere lo scudetto in bianconero è stato Maurizio Sarri, nell’annata 2019/2020. Fortemente condizionato dal Covid, il torneo si concluse con un solo punto di vantaggio sull’Inter di Conte. Segno premonitore di quanto sarebbe accaduto appena 12 mesi più tardi, con i milanesi a sostituire la Vecchia Signora e cucirsi il tricolore sul petto. L’esperimento Andrea Pirlo l’anno scorso è terminato con il quarto posto e l’eliminazione ad opera del Porto in Europa. Non esattamente il più temibile degli avversari. In bacheca finirono comunque la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana. Consumatosi la scorsa estate, il ritorno di Allegri vale oggi la quarta piazza in campionato a -7 dal Milan, la sconfitta contro il Villareal, altra rivale di seconda fascia, in Champions e una semifinale di Coppa Italia contro la Fiorentina da giocare ad aprile. Poco, per chi a gennaio si è aggiudicato con 70 milioni anche Vlahovic, centravanti più in forma della Serie A.

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Cristiano Ronaldo esulta per la vittoria della Coppa Italia (Getty)

Il caso plusvalenze e il problema degli stipendi congelati durante la pandemia

Ma come detto, il campo è solo un aspetto della storia. Sei giorni fa, è durato tre ore l’interrogatorio a Paulo Dybala ascoltato dal pubblico ministero come persona informata dei fatti a proposito dell’inchiesta della guardia di finanza sulle irregolarità dei conti bianconeri tra il 2019 e il 2021. Quindi è stato il turno di Bernardeschi e Alex Sandro. Ai calciatori si sono chiesti numi sulla cosiddetta “manovra stipendi” riguardante le opache modalità di pagamento delle mensilità che gli atleti, d’accordo con la società, avrebbero deciso in un primo momento di congelare durante la pandemia. Ma lo scandalo plusvalenze, con il quale secondo le forze dell’ordine sarebbero stati gonfiati i costi di trasferimenti e cessioni dei calciatori per far quadrare il bilancio, è più ampio e appare lontano dal chiudersi. Al momento, vede iscritti al registro degli indagati, tra gli altri, Pavel Nedved, Fabio Paratici e lo stesso Agnelli.

Dopo aver provato a vendere la società John Elkann starebbe pensando al fratello Lapo per sostituire Andrea Angelli alla Juventus
John Elkann e Andrea Agnelli (Getty)

L’ostinata difesa della Superlega da parte di Andrea Agnelli

C’è inoltre la questione Superlega, esplosa come una bomba ad aprile dello scorso anno. E subito naufragata. La competizione, riservata a dodici dei club più blasonati al mondo, dal Real Madrid al Manchester United, avrebbe contato sull’apporto finanziario del colosso americano Jp Morgan. Eliminando il percorso di qualificazione, nell’idea degli organizzatori, Agnelli in testa, ci si garantiva la partecipazione – e quindi introiti monstre – a un torneo di enorme prestigio. Sul progetto si è abbattuta compatta, però, l’ira della Uefa come dei tifosi, persino di quelli le cui squadre erano coinvolte, tutti per una volta dalla stessa parte della barricata. Di fronte alle proteste, i presidenti hanno dovuto fare marcia indietro. Non Agnelli, che i primi di marzo durante il Business of Football Summit organizzato dal Financial Times ha rilanciato: «La Superlega è un lavoro di 12 squadre che hanno firmato un contratto di 120 pagine, che è ancora vincolante per 11 di questi club». Pronta la risposta di Aleksander Ceferin, numero uno della Uefa: «Sono stanco di questo progetto non calcistico. La prima volta lo hanno lanciato nel mezzo della pandemia, ora durante una guerra: vivono in un mondo parallelo».

Dopo aver provato a vendere la società John Elkann starebbe pensando al fratello Lapo per sostituire Andrea Angelli alla Juventus
Il centravanti uruguagio Luis Suarez (Getty)

All’origine dei malumori tra Elkann e Agnelli, l'”esame farsa” di Luis Suarez

Ma i malumori tra gli Elkann e Agnelli avrebbero origini più antiche, cominciate a settembre 2020, con l’esame di italiano organizzato per Luis Suarez all’università per Stranieri di Perugia. Per facilitare l’ottenimento del passaporto comunitario e quindi il futuro trasferimento in bianconero, al calciatore uruguagio sarebbero state comunicate in anticipo le domande della commissione. Il “test farsa”, come sarebbe stato ribattezzato, scosse l’ateneo ma non servì neppure a portare alla Juventus Suarez, alla fine accasatosi all’Atletico Madrid. Lo scandalo, che in sede legale prosegue, aprì nella società una ferita, di cui probabilmente ancora non si sono viste tutte le conseguenze.

 

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