Il mondo del calcio italiano attende di capire quale sarà il destino della Juventus. Dopo il via libera del Tar del Lazio alla possibilità di visionare le lettere scambiate tra la Procura federale della Figc e la Covisoc nell’aprile del 2021, c’è molta fiducia da parte del club e di tutto l’ambiente bianconero. Erano stati i legali della società a chiedere al Tribunale amministrativo regionale che quella che ora è chiamata «carta Covisoc» fosse inserita nell’inchiesta. Per il Tar il documento «è destinato a tutelare non solo le esigenze difensive del ricorrente, ma il più generale obbligo di trasparenza dell’azione amministrativa». Per la difesa è quella la carta con cui dimostrare il vizio di forma che permetterebbe alla Juventus di riavere i 15 punti di penalizzazione tolti diverse settimane fa, invalidando il processo.
La carta Covisoc potrebbe invalidare il processo
Secondo quanto sostenuto dai legali della Juventus, l’organo di vigilanza avrebbe chiesto alla Figc dei chiarimenti su alcune operazioni di mercato sospette già in una nota del 14 aprile 2021. Fino ad oggi, però, quella comunicazione non è stata inserita nel processo. La difesa bianconera basa su quel documento gran parte del processo per questioni legate strettamente ai tempi procedurali. Se il contenuto dovesse essere questo, il procuratore federale Giuseppe Chiné sarebbe stato a conoscenza delle irregolarità sulle plusvalenze prima di quanto si pensasse, portando così a una violazione delle tempistiche e a un annullamento, secondo l’interpretazione degli avvocati della Juventus, dell’intero processo sportivo.

Il ricorso della Juve
In circa 100 pagine di ricorso, divise in nove punti principali, la Juventus fa riferimento, al sesto punto, proprio alla nota. Si legge: «La prima osservazione secondo cui “la trasmissione di indicazioni interpretative non può costituire nel processo sportivo una forma effettiva di atto d’indagine, potendo al più appartenere al novero degli atti pre-procedimentali” travisa il senso della questione, confondendo l’ “atto d’indagine” con “la notizia dell’illecito” che avvia (e deve avviare) le indagini». E ancora la «seconda osservazione (per cui la nota Covisoc costituisce atto tipico di proposta di avvio indagine ed è solo da tale istante che deve calcolarsi un qualunque termine di iscrizione della notizia dell’illecito) non appare apprezzabile, in quanto il fatto che la Covisoc possa determinare l’avvio delle indagini non esclude che le stesse potessero essere state avviate prima e “di propria iniziativa” dal procuratore federale». E da qui la tesi finale: «La decisione della Corte Federale d’Appello va annullata anche per suesposti motivi».
Cosa può succedere
Gli avvocati della Juventus sperano di annullare così il processo, ma tutto passa dall’interpretazione che sarà data alla carta stessa. Per i bianconeri è quella della prima comunicazione l’inizio stesso dell’inchiesta, mentre per la procura si tratta soltanto di un documento da pre-indagine. E se dovesse avere ragione il club, sarebbero riassegnati i 15 punti di penalizzazione tolti diverse settimane fa. La Juve agguanterebbe l’Inter al secondo posto a quota 50.
