Assange, il matrimonio in carcere con la compagna Stella Moris
Quattro oltre i coniugi le persone presenti: due guardie e altrettanti testimoni. Gli attivisti all'esterno hanno organizzato una colletta per le spese legali, mentre gli abiti della coppia sono stati disegnati dalla stilista Vivienne Westwood.
I partecipanti sono stati in tutto quattro, oltre i coniugi naturalmente. Equamente distribuiti tra testimoni e guardie. È questo il surreale scenario in cui oggi, mercoledì 23 marzo, si è svolto il matrimonio tra Julian Assange e la compagna Stella Moris, avvocato sudafricano di 38 anni. La cerimonia ha avuto luogo all’interno della prigione di massima sicurezza di Belmarsh, nel sud est di Londra, e come era facile immaginare ha attirato l’attenzione di opinione pubblica e attivisti. Questi ultimi non hanno perso occasione di manifestare l’appoggio al 50 enne di origini australiane fondatore di WikiLeaks. Vestiti come se fossero invitati, hanno organizzato una raccolta fondi per sostenere le spese legali dell’uomo. Ai giornalisti, invece, non è stato consentito l’accesso al penitenziario, nonostante le proteste di Moris, la quale ha denunciato come la scelta fosse dovuta alla volontà di non mostrare il volto umano del futuro marito. A confezionare i vestiti per la cerimonia è stata la designer britannica Vivienne Westwood, molto impegnata per la causa di Julian Assange. Le ha disegnato il kilt di Assange, omaggio alle sue origini scozzesi così come l’abito da sposa di Moris.

Julian Assange e Stella Moris, così la coppia si è conosciuta
La coppia si era conosciuta nel 2011. All’epoca Moris era un membro del team legale che si occupava del caso di Assange. La relazione, invece, era cominciata nel 2015. Oggi hanno due figli, concepiti durante il periodo in cui Assange ha vissuto nell’ambasciata ecuadoriana di Londra. Dove ha risieduto per sette anni L’uomo è attualmente detenuto nel penitenziario di Belmarsh, dove si trova dal 2019, mentre va avanti il braccio di ferro con gli Stati Uniti che pressano per l’estradizione e un conseguente processo per 18 reati, relativi alla diffusione di documenti riservati che fanno capo al governo americano. I dossier si riferiscono alle guerre condotte dagli Usa in Afghanistan e Iraq e sarebbero la prova di numerosi e gravi crimini.