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Perché Johnson, Trudeau e il Principe Carlo hanno il papavero rosso al G20

Il significato del distintivo a forma di fiore indossato al summit di Roma, legato alla Grande Guerra e a una poesia scritta sul campo di battaglia.

31 Ottobre 2021 15:12 Redazione
Perché Boris Johnson, Justin Trudeau e il Principe Carlo hanno il papavero rosso al G20: le cose da sapere sul Poppy Day.

Non sarà sfuggito ai più attenti un dettaglio, nell’abbigliamento di alcuni dei partecipanti al G20 in corso a Roma: il distintivo a forma di papavero rosso, sfoggiato da Boris Johnson e dal Principe Carlo, che campeggia (in forma leggermente diversa) anche sulla giacca del canadese Justin Trudeau. Il perché di questo accessorio? Il papavero è il simbolo del Remembrance Day, giorno in cui i Paesi del Commonwealth ricordano i caduti della Prima Guerra Mondiale. Conosciuto anche come Poppy Day.

Remembrance Day o Poppy Day, quando si celebra

Il Remembrance Day, o Armistice Day, è un giorno di commemorazione osservato nei Paesi dell’ex Impero britannico, ora Commonwealth, ma anche in altri Stati europei, dedicato alla fine della Prima Guerra Mondiale e ai soldati caduti nel corso del conflitto. Viene celebrato l’11 novembre perché sul fronte occidentale le ostilità cessarono ufficialmente il giorno 11 novembre 1918, alle ore 11. Nel 1919, quando si svolse la prima commemorazione ufficiale a Londra, furono osservati due minuti di silenzio, usanza rimasta da allora sempre la stessa, per volere del sovrano dell’epoca Giorgio V. In tutto il Regno Unito, nella seconda domenica di novembre si tengono inoltre cerimonie presso i monumenti di guerra nelle varie comunità. Molto sentito in Canada, il Remembrance Day, o come vedremo Poppy Day, è una festività pubblica in tutto il Paese. Già dai giorni precedenti, in tutto il Commonwealth le persone comprano, ricevono e regalano papaveri, oppure portano distintivi a forma di questo fiore sul vestito.

Perché Boris Johnson, Justin Trudeau e il Principe Carlo hanno il papavero rosso al G20: le cose da sapere sul Poppy Day.
Principe Carlo al G20 (GettyImages)

Remembrance Day o Poppy Day, perché il papavero

La relazione tra questa ricorrenza e il papavero deriva dalla poesia dalla poesia In Flanders Fields (“Nei campi delle Fiandre”), scritta il 3 maggio del 1915 durante la seconda battaglia di Ypres da John McCrae, chirurgo di campo nell’artiglieria canadese. Nel componimento, McCrae scrisse di papaveri che crescevano tra le tombe dei soldati, ispirato dalla massiccia diffusione del fiore, aiutata dai nitrati presenti negli esplosivi che fungevano da fertilizzante, così come dall’associazione tra il rosso dei petali e quello del sangue. La poesia, pubblicata in forma anonima nel dicembre dello stesso anno su una rivista, fu letta da Moina Belle Michael, professoressa americana impegnata in attività umanitarie, che ne rimase molto colpita e pensò di fare del papavero il simbolo del sacrificio dei caduti in guerra, usandoli per abbellire i luoghi dove si tenevano manifestazioni e ricorrenze. L’iniziativa ebbe tanto successo che i papaveri iniziarono ad essere venduti per ricavare soldi da devolvere in beneficenza ai reduci e delle loro famiglie. In seguito, la francese Anna Guérin, la francese introdusse l’utilizzo ormai diffuso dei papaveri artificiali distribuiti oggi. E l’usanza si diffuse in tutto il Commonwealth, atal punto che oggi il Remembrance Day è noto anche come Poppy Day. Papaveri rossi e atrocità della guerra, un accostamento presente anche nella canzone di Fabrizio De André, La guerra di Piero: «Dormi sepolto in un campo di grano/Non è la rosa, non è il tulipano/Che ti fan veglia dall’ombra dei fossi/Ma son mille papaveri rossi».

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