Ha chiesto la libertà vigilata, ma gli è stata negata per la dodicesima volta. È accaduto a Mark Chapman, l’uomo che secondo la giustizia, vide John Lennon e divenne il suo assassino. Il fatto accadde nell’Upper West Side di New York più di 40 anni fa. Da quel momento, il 67enne ha provato per dodici volte a ottenere almeno la libertà vigilata, senza riuscirci. La libertà condizionale era stata richiesta per l’ennesima volta a fine agosto.
John Lennon, le novità sul suo assassino
Al momento, l’uomo sta scontando 20 anni di ergastolo Green Haven Correctional Facility di New York. Stando alle disposizioni giudiziarie americane, il 67enne sconta due anni in più per ogni volta che ha richiesto la libertà vigilata dopo averci provato per la prima volta nel 2000. Il Dipartimento di correzione e supervisione della comunità di New York si è riservato di rendere noti gli atti di trascrizione.

La decima volta che l’uomo aveva chiesto la libertà condizionale era il 2018. In quell’occasione, la giuria lo aveva dichiarato «incompatibile con il benessere e la sicurezza della società». Infatti, per la giuria popolare, il 67enne avrebbe un insensibile disprezzo nei confronti del dolore delle altre persone e questo lo renderebbe pericoloso. In più, in questi anni, Yoko Ono avrebbe mandato delle lettere per richiedere che l’uomo non ottenesse la condizionale e restasse in carcere. Secondo l’Associated Press, Chapman potrà riprovarci nel 2024.
Mark Chapman e il caso John Lennon
L’8 dicembre 1980, Chapman prese un aereo dalle Hawaii per raggiungere New York in tempo con l’obiettivo di uccidere John Lennon. L’assassino lo colpì con quattro spari all’ingresso del Dakota Building, dove viveva a New York.

L’artista aveva completato una registrazione con Yoko Ono e in quel momento stava tornando a casa. Lennon venne poi dichiarato morto all’ospedale Roosevelt. I medici che lo ebbero in cura dichiararono che con quelle ferite non sarebbe sporavvissuto più di 5 minuti.