Gli skinny jeans continuano a perdere colpi. Dopo le critiche della Generazione Z a suon di TikTok, arriva addirittura il veto. Come riportato da Dazed&Digital, la Corea del Nord avrebbe bandito con un decreto jeans attillati e a vita bassa, acconciature come il mullet (particolarmente in voga negli Anni ’80 e ritornato di tendenza nel 2020) e piercing. Questo perché si tratterebbe di mode non conformi ai dettami del regime, simboli di un capitalismo “esotico e decadente”, rischioso preludio a un’irrimediabile occidentalizzazione del Paese.
«I jeans rappresentano lo stile americano»
«Dobbiamo intercettare anche la più piccola traccia di stile di vita capitalista e debellarla», si legge su Rodong Sinmun, organo di stampa del Partito del Lavoro coreano, attualmente al governo. Queste restrizioni, in realtà, non sono poi una gran novità. Il governo autocratico di Kim Jong Un aveva già dettato legge in fatto di moda, imponendo ai cittadini di non indossare il denim perché ritenuto emblema per eccellenza dello stile americano.
Ma non solo. Nel 2015, il dittatore nordcoreano aveva addirittura imposto agli uomini, in particolare ai più giovani, di emulare il suo taglio di capelli, probabilmente più per delirio d’onnipotenza che per tutela della nazione da rischiose influenze esterne.